«Per la prima volta un Paese con un mercato potenzialmente importante come il Canada ha fatto proprio il riconoscimento del sistema delle indicazioni geografiche (IIGG). E’ questo il dato fondamentale, tanto è vero che ora in tutti i negoziati si inserisce il riconoscimento delle denominazioni di origine. Abbiamo sempre sostenuto che l’intero sistema delle IIGG deve essere riconosciuto nelle intese bilaterali». Lo ha sottolineato il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, alla vigilia dell’entrata in vigore dell’accordo di libero scambio tra l’Unione Europea ed il Canada (CETA – Comprehensive Economic and Trade Agreement).
Accordi «In altre occasioni – ha osservato il presidente di Confagricoltura – abbiamo criticato fortemente gli accordi di libero scambio sottoscritti da Bruxelles, come quelli con Marocco e Tunisia, che penalizzavano le produzioni italiane favorendo i nostri competitor o che mettevano a rischio le coltivazioni, esponendo a problematiche sanitarie e fitosanitarie. Altri, come quello con il Giappone, invece sono risultati più positivi».
Esportazioni «La regolamentazione del commercio internazionale dei prodotti agricoli ed agroalimentari – ha detto Giansanti – deve tendere ad armonizzare le normative su sicurezza e qualità e ad eliminare gli ostacoli che tutti i Paesi del mondo frappongono all’ingresso dei nostri prodotti. In quest’ottica mi sembra che siano più gli elementi positivi di quelli negativi dell’accordo Ceta, che potrà favorire le esportazioni dei prodotti agroalimentari europei ed italiani in Canada e contrastare le contraffazioni». «Come già detto nella nostra ultima assemblea ‘Coltiviamo l’Italia’, il nostro mercato è il mondo – ha concluso il presidente di Confagricoltura -. Dobbiamo aiutare i prodotti italiani ad essere sempre più presenti nei mercati internazionali, per generare sempre più valore aggiunto anche per l’agricoltura»