In un periodo di forti contrasti nazionali ed internazionali è necessario dare un segnale di cambiamento, e il G7 di Bergamo può rappresentare la giusta occasione per rilanciare le virtù e le qualità del dialogo e della capacità di ascolto reciproco. In questi anni si sono spessi fatti dei ragionamenti di parte nei quali un Paese europeo si è messo contro l’altro e una realtà della filiera agricola si è opposta a un’altra ancora. Tutto questo ha causato numerose frizioni, ma ha soprattutto acuito la crisi globale iniziata nel 2008.
Il mondo agricolo, europeo come italiano, ha bisogno di una maggiore collaborazione al suo interno per definire delle strategie programmatiche che vadano oltre i rimedi tampone da utilizzare nelle fasi emergenziali. Il nostro auspicio è che dalla presenza simultanea del ministro dell’agroalimentare Maurizio Martina; del commissario europeo per l’Agricoltura Phil Hogan e di molte altre realtà produttive e della rappresentanza agricola possa derivare lo sviluppo di quelle sinergie necessarie a riportare l’agricoltura nel posto in cui merita di essere.