Aumenta quest’anno a livello nazionale del 25%, il raccolto di castagne in Italia dopo aver rischiato l’estinzione per colpa degli attacchi di una parassita proveniente dalla Cina che ha invaso i boschi e decimato i raccolti dell’ultimo decennio. Lo rende noto Coldiretti. Le prime stime fotografano in realtà una situazione molto disomogenea anche in funzione della siccità, con aumenti dal Veneto alla Lombardia e dal Piemonte alla Campania che è la principale regione produttrice mentre – sottolinea Coldiretti – cali si rilevano fino 40% in Toscana e in Emilia-Romagna ma in contrazione risulta anche la produzione in Calabria.
Produzione Il raccolto di castagne Made in Italy si dovrebbe attestare quest’anno tra i 25 e i 30 milioni di chili, che è comunque la metà di quello di dieci anni fa. L’inversione di tendenza è dovuta al successo della lotta al ‘Dryocosmus kuriphilus’, il parassita che provoca nella pianta la formazione di galle. Sono ingrossamenti delle gemme di varie forme contro il quale è stata avviata una guerra biologica con lo sviluppo dell’insetto Torymus sinensis, antagonista naturale.
Importazioni Nonostante la ripresa della produzione nazionale, resta alto il rischio – continua Coldiretti – di trovarsi nel piatto, senza saperlo, castagne straniere provenienti soprattutto dalla Spagna, dal Portogallo, dalla Turchia e dalla Grecia. L’Italia, nel corso del 2016 ha importato oltre 36 milioni di chilogrammi di castagne, spesso spacciate per italiane, con forti ripercussioni sui prezzi corrisposti ai produttori. Da qui la richiesta di Coldiretti di assicurare più controlli sull’origine delle castagne messe in vendita in Italia per evitare che diventino tutte, incredibilmente, tricolori. La produzione Made in Italy – precisa l’associazione – conta ben quindici prodotti a denominazione di origine legati al castagno che hanno ottenuto il riconoscimento europeo.