I dati Istat sul lavoro nero in Italia sono particolarmente gravosi, infatti coloro che svolgono attività lavorative al di fuori dei metodi di legge previsti sono circa il 15,9% del totale (3,7 milioni). Questo fenomeno si manifesta in tutti i settori produttivi, compreso quello agricolo (dove è pari al 17,9% del totale della forza lavoro). A dirlo è Confeuro con una nota stampa.
Situazioni come queste, affiancate dal caporalato e dalle tante falle della legalità nell’ambito della filiera agricola, dimostrano l’esigenza di un impegno costante e massivo nel garantire il rispetto delle regole, soprattutto per quei tanti operatori del primario che, nonostante le tante difficoltà, continuano a svolgere diligentemente il proprio lavoro. Perché si riesca effettivamente a cambiare questo stato delle cose serve però dar vita ad un duplice fronte: uno volto a garantire il presidio della legalità ed uno volto a creare una strategia di investimenti e di sburocratizzazione nel comparto agroalimentare. Per combattere i fenomeni illegali, infatti, non ci si può limitare a reprimerli, ma bisogna anche creare dei meccanismi che consentano di abbinare il rispetto delle regole alla produttività delle imprese.