Le prima stime Ismea 2017 attestano la produzione di olio d’oliva 2017-2018 a 320 mila tonnellate. Secondo il report di Ismea si avrà un aumento del 75% rispetto alla pessima annata del 2016.
Un panorama che mostra una filiera dell’olio d’oliva dove, al netto del deciso calo di produzione, dovuto agli eventi climatici, avvenuto nel 2016, permangono numeri che da una parte testimoniano il ruolo di primo piano giocato dall’Italia, dall’altra evidenziano la necessità di ampliare il numero delle aziende (sono 825.201 in tutto) potenzialmente competitive sul mercato interno e internazionale: si attesta intorno al 37% infatti la quota di aziende olivicole italiane in grado di reggere la competitività del mercato.
Il report Nel frattempo aumenta la dimensione media aziendale, mentre permane la frammentarietà della produzione, che emerge anche dal numero di frantoi (4500): basti considerare che in Spagna il numero di frantoi oscilla tra 1600 e 1700. Nello stesso tempo occorre dire che il gran numero di frantoi, se da un lato aumenta i costi del sistema, dall’altro potrebbe rappresentare garanzia di qualità. La prossimità del frantoio al luogo di produzione assicura la molitura entro le 24 ore, requisito essenziale per la qualità. Per quanto riguarda gli oli di qualità riconosciuti in Unione Europea, quasi il 40% è rappresentato da marchi italiani, pari a 46 prodotti a denominazione (di cui 4 Igp). Seguono Grecia e Spagna con 29 riconoscimenti a testa. Infine, il biologico copre il 21% dell’intera superficie olivicola italiana.