Dagli investimenti sul bio, alla spumantizzazione delle uve sangiovese, sono questi gli obbiettivi futuri prefissati dal Consorzio del Vino Orcia. Consorzio che, infatti, sta lavorando alla modifica del disciplinare per poter produrre lo spumante Orcia Doc, ricavato da uve sangiovese, già prodotto, in piccole quantità da alcune aziende. Il tutto, probabilmente, seguito da un investimento, per l’incremento della superficie vitata; che ad oggi è di 153 ettari su 400 disponibili, un quarto delle possibilità offerte dal territorio.
Un territorio molto variegato (che va dalle pendici del Monte Amiata alla pianura della Val d’Arbia), quello del Consorzio del Vino Orcia, ma che racconta le storie di tante piccole realtà. Delle 60 aziende, disseminate su tutto il territorio, solo 40 sono consorziate. Il Consorzio, che sta per raggiungere la maggiore età con la sua Doc, nel prossimo febbraio (arrivata, infatti, nel febbraio del 2000), sta cercando di ampliare il proprio raggio di azione con investimenti mirati e volti ad ampliare il mercato, per la sempre maggiore richiesta.
Piccolo è buono «Un vino di nicchia – ricorda Giulitta Zamperini, vicepresidente Consorzio Vino Orcia – prodotto in quantità esigue (oltre 270 mila bottiglie all’anno), per cercare di investire più sulla qualità, che non sulla quantità, per non perdere di vista la mission di sviluppo e valorizzazione del territorio, cercando di portare avanti anche la sperimentazione».
Promozione «Stiamo lavorando alla promozione su tutto il territorio nazionale ed estero – continua Zamperini -, dei due prodotti di punta, Orcia Rosso Doc e Orcia Sangiovese Doc (che si differenziano per la diversa percentuale di sangiovese, minimo 60% di sangiovese e altri vitigni approvati per l’ Orcia Rosso, e minimo 90% di sangiovese per l’Orcia Sangiovese; e se affinati in legno possono diventare Orcia Rosso Riserva e Orcia Sangiovese Riserva), presentati ad eventi e ad una masterclass, con esperti del settore, fra cui l’enologo Maurizio Castelli, e Kerin O’Keefe, giornalista di Wine Enthusiast, e che continueranno in maniera più cospicua, anche nel 2018. Inoltre, ci sono, già, varie aziende biologiche e biodinamiche, ed altre stanno investendo nella conversione a
bio, incrementando, così, i fondi e gli sforzi profusi, nella ricerca di un prodotto sempre più di qualità, riscontrato anche durante il tour enoico, organizzato per i giornalisti statunitensi, per far conoscere il nostro vino Orcia Doc».
Calice con vista Il vino più bello del mondo, nel posto più bello del mondo, così si presenta ai suoi consumatori il vino Orcia. E’ il progetto, che il Consorzio, porta avanti, per valorizzare un territorio unico al mondo, attraverso delle esperienze di condivisione, poiché in ogni azienda, vi è un luogo dal quale si può osservare il paesaggio mozzafiato della zona, che abbinato al particolare vino, rende l’esperienza unica ed irripetibile.