Archiviata oramai la vendemmia e della campagna olearia, si può tirare un bilancio dell’annata appena trascorsa. Partendo dall’olivo, ben lontano dalle performance negative del 2016, annus horribilis per la produzione olearia, il 2017 è sicuramente più propizio ma con produttività ancora sotto la media. Infatti – come riportato nella Newsletter AXS M31 n. 127 anno XIV (30 novembre 2017) – la produzione olivicola nazionale relativa allo scorso anno, di circa 200 mila tonnellate, è risultata ai minimi storici di produzione, maggiormente in quasi tutte le regioni del centro-sud.
La campagna olivicola: tra il calo produttivo ed un innalzamento qualitativo Nonostante quetso, i produttori non si possono ritenere soddisfatti; ci si aspettava, infatti, un bell’anno di carica, purtroppo, però, il 2017 è partito con un inverno particolarmente rigido, seguito da gelate primaverili ed una siccità estiva caratterizzata da temperature proibitive, in aggiunta, poi, delle grandinate di fine luglio, che hanno reso difficoltoso tutto l’iter produttivo. Con il perdurare della siccità estiva si è accentuato il fenomeno della cascola dei frutticini per stress idrico, arginato in parte dall’irrigazione, pratica che ancora è poco diffusa nell’olivicoltura italiana. In sostanza, perciò, le stime produttive di quest’anno (dati ancora non definitivi) evidenziano a livello nazionale un incremento medio del 80% rispetto al 2016 ma con un potenziale produttivo in ogni caso ancora lontano dalle performance di una normale campagna olearia.
Vendemmia 2017: dalle gelate primaverili al caldo torrido Sicuramente peggiore è stata l’annata enoica, sul fronte vendemmia. Il 2017 si caratterizza come anno molto negativo, almeno per i volumi prodotti: meno 26 per cento (fonte Coldiretti) rispetto al 2016. Le stime, però, a quanto sembra, ci collocano, comunque, al primo posto a livello mondiale, ma al tempo stesso, risulta esser stata una delle vendemmie più scarse di sempre. Anche in questo caso il clima anomalo ha influito sull’andamento produttivo; la siccità estrema e le alte temperature hanno fortemente condizionato i risultati della raccolta delle uve. I dati attestano come la vendemmia 2017 è la più precoce dell’ultimo decennio. Infatti, in Sicilia la vendemmia è cominciata il 4 agosto, in Maremma intorno al 10 di agosto, ed in Trentino a Ferragosto.
Le soluzioni per prevenire gli sbalzi termici e lo stress idrico A fronte di queste ormai inevitabili condizioni, l’impiego di Bio Aksxter® risulta l’unica soluzione veramente efficace ed utile al superamento delle suddette problematiche. Infatti le piante trattate con regolarità sono molto più veloci nel ristabilire e mantenere il proprio metabolismo anche in caso di drastici sbalzi termici o siccità prolungata, come nell’annata appena conclusasi. Gli agricoltori che usano Bio Aksxter®, riscontrano dei risultati, anche in condizioni di forte stress, poiché le loro piante mantengono una crescita equilibrata, ed i tessuti rimangono sempre ben idratati, anche durante le fasi fenologiche più delicate (fioritura, fruttificazione, etc.), superandole con successo. Inoltre, la costante ottimizzazione delle funzioni vitali riduce gli attacchi dei patogeni, riducendo i fenomeni di scarsa allegagione ed alternanza, contrastando, perciò, l’insorgenza della senescenza anticipata, in modo da prolungare la vita produttiva dell’impianto. In caso di forti sbalzi termici, infatti, è possibile poter effettuare un trattamento con Bio Aksxter® anticipando il momento di maggiore stress. Di fatto con un trattamento poco dopo il passaggio di una perturbazione fredda, può evitare che le piante non vadano in sofferenza, rimanendo vigorose e turgide, riuscendo a recuperare, in tempi più ristretti il mancato sviluppo. Questi accorgimenti consentono, perciò, di far fronte ai continui repentini cambiamenti climatici, avendo a disposizione colture equilibrate e reattive, che garantisco produzioni di qualità e costanti nel tempo.