Un patto di filiera per rafforzare la competitività della pasta italiana aumentando la disponibilità di grano duro italiano adatto alla pastificazione, incentivandone la produzione sostenibile e la tracciabilità, e sostenendo gli agricoltori che scelgono di puntare sulla qualità. Questi i punti principali del protocollo di intesa per migliorare il grano duro italiano siglato oggi da AIDEPI – Associazione delle Industrie del Dolce e della Pasta Italiane, Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, CIA – Agricoltori Italiani, Confagricoltura, Copagri – Confederazione Produttori Agricoli e ITALMOPA – Associazione Industriali Mugnai d’Italia. (LEGGI)
Per Paolo Barilla, presidente di AIDEPI «A differenza dei pastai di altre nazioni, noi italiani abbiamo la responsabilità di produrre pasta di altissima qualità e, quindi, abbiamo bisogno di tanto grano buono, vincolato ai parametri della legge di purezza. Non sempre riusciamo a trovarlo in Italia. Questo progetto si muove su logiche di lungo termine, per rendere più virtuosa, innovativa e competitiva la filiera italiana grano-pasta. Investire per migliorare il grano italiano va a vantaggio del consumatore, dell’agricoltura italiana e dell’ambiente, perché adottare pratiche agricole più sostenibili, sviluppare nuove varietà di grano e valorizzare i grani antichi sono delle enormi spinte per la competitività del territorio. Questo accordo sul grano duro apre la strada a una collaborazione di più ampio respiro su tutte le materie prime degli altri comparti di AIDEPI».
Per Giorgio Mercuri, presidente dell’Alleanza delle Cooperative Agroalimentari: «Per rafforzare la competitività della filiera italiana del grano duro non si poteva che partire dall’obiettivo della qualità. Ci siamo seduti attorno a un tavolo proprio partendo dalla necessità di aumentare le superfici agricole dedicate alla produzione di grano duro di qualità. Lo faremo anche attraverso contratti di filiera che siano in grado di distribuire il valore in maniera adeguata tra tutti i soggetti coinvolti. È necessario che si tenga conto delle esigenze del trasformatore ma al contempo anche delle caratteristiche specifiche del territorio di provenienza e che si collabori fattivamente con la parte industriale e con la ricerca. Avremmo raggiunto il nostro obiettivo quando il grano duro di qualità uscirà definitivamente dal sistema delle commodity»
Per Cinzia Pagni, Vicepresidente Vicario CIA – Agricoltori Italiani: «Nel corso degli ultimi anni i prezzi di mercato ben al di sotto dei costi di produzione e la forte volatilità sui mercati internazionali hanno messo a dura prova i produttori di grano duro italiano. L’incertezza sui prezzi condiziona le scelte imprenditoriali agricole e non aiuta la filiera ad avere un prodotto di qualità costante nel tempo. La pasta italiana rappresenta l’eccellenza del Made in Italy e ha bisogno di una filiera forte e organizzata per poter competere al meglio nei mercati nazionali e internazionali. Il protocollo di intesa tra le maggiori organizzazioni di rappresentanza del settore segna un punto importante per rilanciare la filiera grano duro/pasta simbolo di qualità e di successo dell’Italia nel mondo»
Secondo Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura: «Questo protocollo di intesa è la risposta concreta e volontaria di tutta la filiera grano-pasta che si è seduta attorno a un tavolo per risolvere criticità di vecchia data, spesso sottovalutate o ignorate del tutto. Siamo i primi produttori in Europa di grano duro, con oltre 200mila imprese agricole coinvolte. Eppure molti agricoltori, schiacciati dall’andamento dei prezzi della materia prima, non considerano più conveniente investire nella semina di grano duro. Con questa operazione vogliamo risolvere questo paradosso e rimettere questa coltura al centro dell’agricoltura italiana».
Per Franco Verrascina, Presidente di Copagri: «La Copagri crede fortemente nel confronto e nell’alleanza di tutti i soggetti della filiera grano duro-pasta, il comparto che rappresenta forse il prodotto più conosciuto ed apprezzato del Made in Italy nel mondo. L’impegno della Copagri sarà indirizzato ad incrementare le superfici coltivate a grano duro di alta qualità richiesto dall’industria, a concentrare l’offerta in lotti omogenei, e quant’altro sarà necessario per affrontare in termini costruttivi le criticità del settore che spaziano dalla volatilità sempre più marcata dei prezzi e dei redditi dei produttori di grano duro, alla stagnazione dei redditi».
Secondo Cosimo De Sortis, Presidente di ITALMOPA: «Ogni anno l’industria molitoria individua e seleziona circa 5,6 milioni di tonnellate di grano duro che trasforma in semola per il settore della pasta. Purtroppo la qualità del grano italiano, anche per motivi climatici, risulta fluttuante e ogni anno parte del raccolto nazionale non risponde alle nostre esigenze qualitative. In questo contesto, la sottoscrizione di un protocollo d’intesa tra le rappresentanze della produzione agricola, della prima e seconda trasformazione industriale volto ad ovviare, in modo responsabile e pragmatico, ad alcune delle maggiori criticità della produzione nazionale di frumento duro, costituisce un elemento indispensabile per la competitività della filiera nazionale del frumento duro e di tutti gli attori che la compongono».