Qual è la differenza tra acquistare un vino e acquistarlo nel luogo in cui è prodotto? Probabilmente, la stessa che sussiste tra il fare due chiacchiere con una persona piacevole e conoscere invece i luoghi in cui è nata e cresciuta, intuendo le esperienze che l’hanno portata a essere l’individuo che è.
Il concetto diventa ancora più rilevante se si parla di qualità e di fiducia. Quella in cui viviamo è un’epoca di informazione selvaggia e distratta, dove la possibilità di toccare con mano il processo di produzione è un lusso che ci permette di uscire dal circolo vizioso delle opinioni degli altri per formarci una certezza che è solo nostra, avvalorata da quello che vediamo davanti a noi.
Alla cantina Monte delle Vigne di Ozzano Taro (PR) non basta essere considerata una delle realtà vitivinicole più innovative del territorio parmense, sfoggiando i riconoscimenti e i premi ottenuti con vini come “Nabucco”, “Callas”, “Sogni”, “Argille”, “Poem”, “I Calanchi” e “I Salici”. Quello che Andrea Ferrari e Paolo Pizzarotti vogliono davvero è mostrare agli appassionati di enoturismo l’origine di un’idea fondata su valori come l’autenticità, l’originalità nell’ambito del vino e del lambrusco, l’eccellenza e la sostenibilità.
Gli orari Non sai cosa bevi se non conosci il terroir in cui è prodotto: ecco la convinzione che ha portato i due produttori a promuovere visite e degustazioni guidate alla cantina dal martedì al sabato, in tre turni programmati alle 10, alle 15 e alle 17.
Assaporare e acquistare il vino nel suo luogo d’origine diventa allora un modo per immergersi totalmente in una filosofia di qualità e rispetto dell’ambiente che ha plasmato i contorni di una missione verso l’agricoltura biologica di precisione e la sostenibilità, intesa come la valorizzazione della tipicità, del vino, dei luoghi e della bellezza del territorio. L’idea è che – sebbene non venga mai messa in discussione, nemmeno quando la bottiglia è sugli scaffali di un’enoteca o sul tavolo di un ristorante – l’eccellenza sia ancora più palese ed evidente quando la si può contemplare nel punto esatto in cui nasce. Solo così è possibile comprendere la cura, il rigore e il massimo rispetto per l’ecosistema, che portano a una vendemmia dove a trionfare sono uve pregiate, schiette e concentrate in ogni sfumatura organolettica. È buono sempre. Ma in cantina è meglio.