«Il settore agrumicolo, che sta vivendo una crisi devastante con quotazioni in forte e continua flessione, con la plv di settore che registra -30% e con problematiche fitosanitarie, ha bisogno di un piano di intervento forte ed incisivo, in grado di promuovere e concentrare l’offerta di agrumi italiani e di sostenere la riduzione dei costi di produzione (ad esempio per quelli di irrigazione e per le forniture di elettricità)». Lo sottolinea Gerardo Diana, presidente della Federazione nazionale di Prodotto di Confagricoltura, in relazione alla riunione del tavolo nazionale di settore indetto dal ministero delle Politiche agricole.
Sostegno solo immediato Gli interventi contingenti annunciati al tavolo, per dare un sostegno immediato e congruo alle imprese agrumicole in gravissima difficoltà (come il ritiro di 4500 tonnellate di agrumi, in gran parte tutto ancora da definire, e il piano di comunicazione e promozione al consumo), ad avviso di Diana, sono assolutamente insoddisfacenti. Per non parlare delle risorse disponibili che per quest’anno ammontano a soli 2 milioni di euro. Troppo poco per le criticità con le quali si confrontano gli operatori in questa difficile campagna.
«Servono poi interventi strutturali diretti al rinnovamento degli impianti produttivi e vanno fronteggiati i problemi legati alle fitopatie e al Citrus Tristeza Virus (CTV) – pone in evidenza il rappresentante di Confagricoltura -. In tal senso, ad esempio, avevamo proposto un fondo di garanzia Ismea per il preammortamento (di durata di quattro anni) per i reimpianti. E sarà fondamentale dar vita ad azioni a livello interprofessionale per definire la programmazione della produzione, nell’interesse dell’intera filiera».