Confagricoltura Foggia replica alla trasmissione di Rai Uno “Petrolio” del 20 gennaio scorso, sulle produzioni di pomodoro da industria, “pur condividendo e apprezzando la volontà di far chiarezza su questa produzione”
Il pomodoro è italiano, senza distinzione tra quello del nord e quello del sud e in questo modo è percepito sui mercati esteri, dove forte è la presenza dei nostri prodotti. Non si può generalizzare dicendo che sussiste un “fallimento di quasi tutta la filiera del pomodoro” nel bacino meridionale: il comparto delle conserve di pomodoro costituisce, infatti, una delle punte di eccellenza dell’industria alimentare italiana e rappresenta un settore trainante dell’economia nazionale e del Mezzogiorno. Per quanto riguarda la qualità del pomodoro italiano, i disciplinari di produzione integrata sono adottati, al Sud come al Nord, da venti anni. Il bacino Centro Sud – che rappresenta il 60% del fatturato nazionale del comparto (1,9 miliardi di euro su 3,15) – è molto più complesso e variegato e vede accanto a grandi imprese ben strutturate e organizzate un tessuto di PMI vocate alla lavorazione di prodotti di alta qualità e di produzioni legate alla tradizione.
Pomodoro di Capitanata Si evidenzia, inoltre, che è in Capitanata che è prodotta la maggior parte del pomodoro pelato italiano, per il quale è in corso la richiesta di riconoscimento di IGP, che deve essere collegato alla produzione, non alla trasformazione. La produzione e la commercializzazione dei derivati del pomodoro, pomodori pelati, polpa, passata, pomodorini, sono oggetto di specifiche norme che ne disciplinano i parametri qualitativi. Come Associazione, abbiamo fatto e stiamo facendo ogni sforzo possibile insieme alle altre organizzazioni di rappresentanza affinché la filiera del pomodoro continui a essere un’eccellenza italiana sulle tavole di tutto mondo, condannando con forza certi comportamenti non conformi all’etica.