«Quella delle quote latte in Italia è una pagina non felice della politica che ha creato un notevole danno all’Erario e pesanti distorsioni della concorrenza a discapito degli allevatori onesti, che hanno rispettato le quote di produzione o le hanno acquistate oppure hanno pagato i prelievi sulle eccedenze in caso di superamento dei limiti. Ora non possiamo farci carico di quei pochi che non hanno rispettato i livelli produttivi e la legge. I produttori in difetto, hanno avuto tutte le possibilità di regolarizzare la loro posizione attraverso adeguate rateizzazioni». Questo il commento di Confagricoltura in relazione alla sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, che ha condannato l’Italia per non aver recuperato 1,3 miliardi di euro dai produttori lattieri in seguito al superamento delle quote latte nel periodo 1995-2009
Per la Corte – ricorda Confagricoltura – si tratta di una “situazione iniqua nei confronti dei contribuenti italiani”, poiché il costo è ricaduto sulla collettività. La Commissione stima che, su 2,305 mld di euro, ben 1,752 mld non siano ancora stati rimborsati dai singoli produttori che hanno materialmente commesso le violazioni. Una parte dell’importo sembra considerato perso o rientra in un piano a tappe di 14 anni, ma la Commissione stima che restino da recuperare ancora 1,343 mld.
«Ci trasciniamo in problemi che si sarebbero dovuti risolvere negli anni trascorsi – conclude l’Organizzazione degli imprenditori agricoli – in un settore che oggi è completamente liberalizzato e che sta subendo enormi fluttuazioni di mercato, costringendo gli allevatori a confrontarsi con la libera concorrenza. In questo momento sarebbe stato più opportuno avere risorse per favorire la competitività e non ulteriori pesi che vengono da lontano».