Etichette più chiare e trasparenti, lotta alle malattie delle api e alle frodi sul miele, diffusione di piante e fiori di interesse nettarifero e pollinifero, ma anche e soprattutto tutela delle api autoctone e delle zone in cui si conservano ancora in purezza ad evitare la pericolosa impennata dell’impiego di api ibride e modificate geneticamente. «Il Parlamento Europeo ha così correttamente interpretato le istanze della comunità apistica dei 27 Stati membri e questo, specie per noi Apicoltori italiani, è il primo e più importante risultato tangibile a seguito della approvazione a larga maggioranza della Risoluzione sulle prospettive dell’apicoltura da parte del Parlamento UE».
Così il presidente della FAI-Federazione Apicoltori Italiani, Raffaele Cirone, che manifesta plauso e grande soddisfazione “per l’operato degli eurodeputati italiani che hanno saputo integrare i temi a noi più cari nel dibattito che da tempo è in atto a Bruxelles. Bella questa Italia che fa squadra e vince!”
L’apicoltura made in Italy intanto può ben dire di aver fatto da “nave scuola” per buona parte dei temi ricompresi nella risoluzione del Parlamento UE: obbligo di origine del miele in etichetta, istituzione di un’Anagrafe Nazionale per censire tutti gli alveari, sottoscrizione di un protocollo d’intesa tra mondo agricolo e mondo apistico, adozione di buone pratiche agricole che salvino le api invece di ucciderle nelle campagne; ma anche contrasto al fenomeno dell’inquinamento genetico delle popolazioni autoctone di api che – come nel caso dell’ape italiana di razza Ligustica e Siciliana – sono tutelate per legge in quanto patrimonio esclusivo della nostra biodiversità nazionale, cosa di cui d’ora in avanti anche l’Unione Europea dovrà tenere debito conto.