Aspettando Vinitaly (Verona, 15-18 aprile), il Primo Rapporto sul Turismo Enogastronomico Italiano, studio coordinato dalla professoressa Roberta Garibaldi sotto l’egida dell’Università di Bergamo e della World Food Travel Association, ricorda l’identikit degli eno-turisti: è anche merito delle cantine se il numero dei turisti enogastronomici è aumentato del 9% nell’ultimo anno, con un viaggiatore italiano su tre che si è mosso almeno una volta motivato da bevande e golosità. In particolare, le esperienze legate al vino sono attraenti per i nostri connazionali: il 41% ha visitato un’azienda nei viaggi degli ultimi 3 anni, il 35% ha partecipato a un evento a tema. E coloro che le hanno desiderate (ma non fruite) sono anche di più: 68% per le visite a una cantina, 60% per l’evento. Ma non solo. Il vino italiano con la pasta, la pizza e il caffè sono i principali prodotti a cui gli italiani non sanno rinunciare quando sono all’estero.
Ma il Rapporto ricorda anche come secondo l’ultimo Censimento Generale dell’Agricoltura Istat, nel 2010, le aziende vitivinicole attive in Italia sono 388.881. Di queste non si hanno precise informazioni su quante offrono servizi turistici, quali, ad esempio, visite guidate, alloggio e ristorazione. Per valutare i servizi offerti, il Rapporto ha svolto un’indagine su un campione di aziende caratterizzato dall’alta qualità delle produzioni, elemento che di per sé concorre ad incrementare la visibilità dell’azienda e a renderla un potenziale punto di interesse per il turista. Con il Seminario Permanente Luigi Veronelli sono state valutate le oltre 2.000 aziende: la maggior parte è situata in Toscana, Piemonte, Veneto e Lombardia. Una distribuzione che differisce da quella nazionale, che vede il maggior numero di aziende nel Sud Italia. Le tre Regioni, seppur non nel medesimo ordine, rappresentano le principali anche di produzione dei vini Docg e Doc secondo il XIV Rapporto sulle produzioni agroalimentari e vitivinicole italiane Dop, Igp e Stg di Ismea e Fondazione Qualivita nel 2017. Il 52% delle aziende produce solo vino, il restante 48% anche altre produzioni, come olio e distillati.
Delle 2.050 realtà analizzate, 1.350 (il 66%) offrono servizi di accoglienza turistica di varia natura (apertura della cantina al pubblico per degustazioni, eventi e visite; visite guidate della struttura su prenotazione; possibilità di alloggio). Per quanto riguarda la tipologia di servizi, 1.230 (il 60%) sono aperte al pubblico nel fine settimana, per visite, degustazioni o eventi in cantina; 917 (45%) offrono la possibilità di effettuare visite guidate alla struttura solo previa prenotazione; infine, 487 (24%) ospitano strutture ricettive di varia natura e dimensioni. Passando alle singole Regioni, Toscana, Piemonte, Veneto e Lombardia sono quelle con il maggior numero di aziende con servizi turistici a livello assoluto. Valutando il rapporto tra percentuale di aziende con e senza servizi, è il Piemonte ad essere la Regione con il maggior grado di apertura al turismo: su 348 aziende indicate nella guida, ben 278 (80%) offrono servizi turistici, nella quasi totalità apertura al pubblico e visite guidate. Ma la Toscana primeggia per l´offerta di alloggio: nella regione, le aziende vitivinicole con servizi turistici sono 362 su 533 (68%). E ben 204 offrono alloggio.
Ma oggi le cantine propongono ancora di più. C’è chi, come la Montina, in Franciacorta, che già ospita il Museo Remo Bianco, organizza nella galleria un’inconsueta mostra dedicata all’arte aborigena australiana. O come la Foresteria Planeta che riapre rinnovata accogliendo alcune delle più significative opere di arte contemporanea realizzate con Viaggio in Sicilia, progetto di residenza nomade per artisti giunto all’edizione n. 7. C’è chi organizza trekking nelle vigne del Barolo o sul sentiero enologico di Terlano o, ancora, tra le viti aggrappate al terreno e i muretti a secco affacciati sul mare delle Cinque Terre. C’è chi apre le degustazioni ai tour operator della bicicletta che organizzano itinerari con soste in cantina.