Le prime cifre annunciate dalla Commissione europea, sul prossimo quadro finanziario pluriennale dell’Unione, evidenziano la volontà di un rilancio del progetto comunitario, nel momento in cui cresce la dotazione finanziaria complessiva e la sua incidenza sul prodotto interno lordo dell’Unione. Nuove importanti politiche vengono attivate, evidenziando un impegno dell’Europa sul fronte dell’immigrazione e della sicurezza. Questa la prima analisi generale della Cia Agricoltori Italiani in merito alle notizie che iniziano a giungere da Bruxelles sulle prossime dotazioni finanziarie, che traguarderanno l’anno 2027.
Tuttavia -evidenzia la Cia- sul fondamentale capitolo agricolo i tagli annunciati non sono accettabili per l’importanza strategica che occupa il settore dal punto di vista socio-economico e ambientale. E’ necessario -prosegue la Cia- che il budget destinato alla Politica agricola comune (Pac) rimanga inalterato, per una prospettiva di mantenimento e di sviluppo dell’agricoltura europea e italiana. La Pac -spiega la Cia- ha, da sempre, garantito lo sviluppo di un’agricoltura di qualità, salvaguardando la salute dei cittadini europei, consentendo il mantenimento e lo sviluppo sociale ed economico delle aree rurali, contribuendo al mantenimento del paesaggio e dell’ambiente.
E’ fondamentale -secondo l’organizzazione degli agricoltori- che gli Stati membri diventino ancora più responsabili agendo per lo sviluppo del progetto europeo, assicurando la possibilità di contribuire maggiormente al budget, così da scongiurare tagli che impatterebbero non solo sul settore agricolo ma in generale sui cittadini europei.
Il Dibattito è appena iniziato -conclude la Cia- ora la Commissione dovrà discutere con Parlamento e Consiglio per chiudere il negoziato entro i primi mesi del 2019, così da scongiurare eventuali incertezze già per il 2021.
GIANSANTI (CONFAGRICOLTURA) «Tagliare i fondi all’agricoltura per far quadrare i conti di un bilancio che resterà inadeguato, dimostra che c’è scarsa fiducia sul futuro della costruzione europea». Questo il commento del presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, in relazione alla proposta della Commissione europea sul nuovo quadro finanziario della UE (periodo 2012-2017), che prevede la riduzione delle spese destinate all’agricoltura per un ammontare di circa 40 miliardi di euro a prezzi correnti rispetto all’attuale dotazione. In particolare, i trasferimenti diretti agli agricoltori potrebbero subire un taglio superiore al 7%.
«È sbagliata e da respingere al mittente – ha aggiunto il presidente di Confagricoltura – anche la proposta di ridurre i trasferimenti alle imprese di maggiore dimensione. Vale a dire, quelle che assicurano la maggior parte dei posti di lavoro, producono per il mercato interno e per le esportazioni e sono aperte all’innovazione».
«Le vere imprese agricole – ha continuato Giansanti – hanno assicurato produzioni abbondanti, sicurezza alimentare, tutela del territorio e delle risorse naturali. Il tutto ad un costo che non arriva a trenta centesimi al giorno ad abitante. Alla luce di queste cifre, i tagli proposti dalla Commissione europea sono inaccettabili».
«L’agricoltura rientra a pieno titolo nella lista dei beni comuni che l’Unione Europea deve tutelare e valorizzare – ha concluso il presidente di Confagricoltura -. Occorre salvaguardare la dotazione finanziaria destinata all’agricoltura europea negli anni a venire, per continuare a dare un quadro di riferimento positivo a supporto della crescita di tutte le imprese, senza alcuna discriminazione. È questo l’obiettivo per il quale lavoreremo in ambito europeo e a livello nazionale».
Confeuro: bilancio UE, proposta irricevibile La proposta della Commissione Ue per far quadrare il bilancio 2021–2027 – dichiara in una nota il presidente nazionale Confeuro, Andrea Michele Tiso – è oggettivamente irricevibile e rappresenta un clamoroso passo indietro rispetto all’idea di crescita e progresso che dovrebbe essere parte integrante delle prospettive del vecchio continente. A pesare in questa proposta è soprattutto la forte riduzione (del 5%) dei fondi Pac e l’ulteriore svalutazione del ruolo strategico del comparto agroalimentare. Sono infatti decenni che gli agricoltori vengono accecati con promesse mirabolanti che non si traducono mai in azioni tangibili. Il taglio dei fondi Pac – continua Tiso – è inaccettabile anche per due ulteriori ragioni: la crescita demografica che vedrà la popolazione mondiale sfiorare i 10 miliardi di persone nel 2050 (dati Onu) e l’utilizzo delle risorse sottratte alla Pac per voci come mobilità dell’esercito, armi e difesa che non fanno altro che agitare ancora una volta dei preoccupanti venti di guerra. Come Confeuro – conclude Tiso – utilizzeremo tutte le nostre forze per esporre la nostra forte contrarietà alla proposta di bilancio presentata dalla Commissione Ue, infatti su questa partita non ci sono in gioco solo caselle da riempire con dei numeri, ma l’idea stessa di Europa.