Valle d’Aosta e Liguria, due anime eroiche brindano al Vinitaly

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bdrCosa hanno in comune una regione di montagna come la Valle d’Aosta e una di mare come la Liguria? L’amicizia, e l’anima, un’anima eroica dettata dalle difficoltà strutturali dei loro territori che generano vini unici. L’amicizia nasce qualche anno fa in occasione del Vinitaly in cui le due regioni sono vicine di stand, un’amicizia che sfocia in collaborazione con gli scambi enogastronomici dettati anche dalla solidarietà, dal capirsi reciproco, dalle difficoltà e dalla consapevolezza che l’unione fa la forza. Nasce così lo slogan Valle d’Aosta e Liguria due anime eroiche che ha accolto anche quest’anno i visitatori all’ingresso Teodorico della fiera veronese, e che è la tematica delle degustazioni fatte in combinata in cui un piatto della gastronomia ligure viene proposto in abbinamento con i vini delle due Regioni e così anche per le DOP valdostane.

Eliana Maffone e Bruno Pollero di Tenuta Maffone
Eliana Maffone e Bruno Pollero di Tenuta Maffone

La Liguria era presente al Vinitaly con uno stand rinnovato e per la prima volta con lo stand Vite in Riviera per la promozione dei vini DOP e IGT della Riviera Ligure di Ponente, ma anche degli oli del ponente savonese.

Partecipano in entrambi gli stand Eliana e Bruno della Tenuta Maffone di Pieve di Teco in provincia di Imperia, precisamente in “Frazione Acquetico”, a 500-600 metri sul livello del mare, baciata dal sole ed accarezzata dai miti venti del Mediterraneo. Un luogo magico dove la tradizione del “fare il vino e l’olio buono” si intreccia con la ricchezza delle risorse naturali circostanti.

Vigneto Maffone
Vigneto Maffone

Dal 1950 i vigneti, tutti in forte pendenza, di Tenuta Maffone regalano una produzione rigorosamente DOC che comprende Ormeasco di Pornassio, Ormeasco Sciac-Trà e Pigato della Riviera Ligure di Ponente. Ma anche grappe distillate di vinacce altamente selezionate ed una linea imperdibile di Olio extra-vergine di oliva mosto non filtrato.

“Abbiano deciso di partecipare ad entrambi gli stand perché ci crediamo, crediamo nel nostro territorio e nel nostro vino” dicono Eliana e Bruno che con il loro sorriso raccontano, della tradizione di famiglia delle fatiche della loro viticoltura ma anche delle soddisfazioni conquistate.

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Maison Agricole D&D di Daniela Dellio, al Vinitaly con la figlia Daisy

 

Una storia di famiglia, e di donne in agricoltura, nonché di espressione di viticoltura eroica anche per la Maison Agricole D&D di Daniela Dellio, al Vinitaly con la figlia Daisy. “La viticoltura valdostana ha subito gravi danni a causa della gelata dello scorso anno che ha compromesso la vendemmia, ma ritengo sia molto importante partecipare ad una fiera così importante, tutti insieme per fare sistema, per andare avanti nonostante le difficoltà” dichiara Daniela. La Maison Agricole D&D è nata nel 2002 con lo scopo di mantenere i terreni di famiglia e recuperare appezzamenti in abbandono sulla collina di Aosta, è collocata sulla sinistra orografica del comune di Aosta ed ha ripreso il lavoro fatto dai nonni che, agli inizi del ‘900, coltivavano la vite e poi dai genitori con un incremento di superficie da circa 3.000 mq. agli attuali 3 ettari.

Per la vinificazione si utilizzano sia l’esperienza ed il sapere dei tempi passati che la moderna tecnologia, ottenendo dei vini che esprimono l’essenza del “terroir” di montagna. Le due regioni vinicole più piccole d’Italia condividono territori simili e complessi, anche se uno è di mare e l’altro è di montagna.

btyIn Liguria da Ponente a Levante si possono trovare 8 Doc e 4 Igt. Le otto doc: Rossese di Dolceacqua, l’Ormeasco di Pornassio, Riviera Ligure di Ponente, Val Polcevera, Golfo del Tigullio-Portofino, Colline di Levanto, Cinque Terre, Colli di Luni. Le quattro igp: Liguria di Levante, Colline del Genovesato, Colline Savonesi, Terrazze dell’Imperiese. E, per provincia, i bianchi più diffusi sono: a Savona, Vermentino, Pigato e Lumassina. A Spezia, Bosco e Albarola.A Genova, Bianchetta e Moscato. Tra le uve a bacca nera: il Rossese di Dolceacqua, l’Ormeasco, la Granaccia e il Ciliegiolo. Tra i passiti il famosissimo lo Sciacchetrà delle Cinque Terre.

La Valle d’Aosta ha invece un’unica DOC Regionale ottenuta nel 1985 “Valle d’Aosta” o “Vallée d’Aoste”, in onore al bilinguismo valdostano. La Doc valdostana può essere accompagnata da indicazioni: di menzioni geografiche, di vitigno, di colore o di tipologie di vinificazione. Le condizioni ambientali e di coltura così come gli impianti e le forme di allevamento devono rientrare nei parametri previsti dal Disciplinare.

btyI vini valdostani che fanno parte della DOC, in ordine di quantità prodotte, sono: Torrette, Blanc de Morgex-La Salle, Pinot Noir, Chardonnay, Fumin, Petite Arvine, Torrette, Müller Thurgau, Chambave Moscato, Gamay, Pinot Gris, Cornalin, Donnas, Syrah, Petit Rouge, Traminer, Rosé, Nebbiolo, Enfer, Merlot, Arnad-Montjovet, Mayolet, Muscat Petit Grain, Chambave Rouge, Nus Malvoisie, Nus Rouge, Vuillermin, Gamaret. Alcuni vini possono essere prodotti nella versione passita, superiore o metodo classico.

Una particolarità la Valle d’Aosta vanta lo spumante più alto d’Europa e la Liguria quello più basso. Il primo è lo spumante metodo classico Vallée d’Aoste DOC Blanc de Morgex et de La Salle “Cuvée des Guides” 100% Prié Blanc biotipo Blanc de Morgex.

Vigneto D&DIl vino base svolge la prima fermentazione in acciaio inox, tradizionale rifermentazione in bottiglia. L’intera spumantizzazione si svolge a 2173 metri al Pavillon sul Monte Bianco al quale si accede con la Funivia Sky Way, dove le caratteristiche atmosferiche influenzano e determinano la qualità del perlage. Questo progetto è iniziato nel 2007 presso il rifugio Monzino.

IL VINO DEGLI ABISSI Il secondo “Abissi” prodotto da vigneti liguri di vermentino, pigato e bianchetta è spumantizzato ad una profondità di 60 metri, temperatura costante +15°, ideale per la conservazione del vino, in ambiente carente di luce, in località “Cala degli Inglesi” nel cuore del parco marino di Portofino penombra e una serie di fattori favorevoli per ottenere in questo contesto ideale lo spumante metodo classico. Anche questo vino è frutto di una sperimentazione, il progetto è partito a maggio 2009 con 6500 bottiglie maturate nel fondale marino.

 

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