Prezzi dell’olio in picchiata, come effetto (negativo) di una ripresa della produzione italiana. Burro, invece, sempre più costoso, perché molto richiesto dall’industria in sostituzione dell’olio di palma. Come rileva l’indice dei prezzi all’ingrosso, elaborato da Unioncamere e BMTI sui listini delle Camere di Commercio, ad aprile l’olio di oliva ha accusato un calo del 3,5% rispetto a marzo. Una congiuntura che ha reso ancor più pesante il ribasso rispetto allo scorso anno, salito a -27%.
Aprile ha mostrato invece un nuovo forte aumento per il prezzo all’ingrosso del burro (+7,7% rispetto a marzo), grazie ai segnali positivi dal lato della domanda. Ciò si deve all’intensificazione degli impieghi da parte dell’industria di trasformazione, dovuta ai processi di sostituzione dell’olio di palma.
Nel comparto delle carni, dopo il picco osservato in prossimità della Pasqua, le carni di agnello e di coniglio hanno vissuto ad aprile una fase di fisiologico rientro dei prezzi, scesi rispetto a marzo rispettivamente del -5,8% e del -7%. Su base annua comunque la variazione si mantiene positiva, pari ad un +9,7% per le carni di agnello e a un +2,7% per le carni di coniglio. Una domanda decisamente meno vivace rispetto al mese precedente ha impresso un calo ad aprile anche ai prezzi all’ingrosso delle carni suine (-2,3%), i cui valori sono tornati più bassi rispetto allo scorso anno (-9,6%). Minori consumi che sono stati alla base del netto calo mensile (-4,8%) rilevato per le uova, i cui prezzi si mantengono tuttavia ben più alti rispetto a dodici mesi prima (+21,8%). Aumento su base annua che rimane consistente anche per le carni di pollo (+13,1%).
Nel comparto lattiero caseario, dopo sei mesi consecutivi di ribassi, si è registrata una ripresa per i formaggi a lunga stagionatura, ancorchè lieve nell’entità (+0,4% su base mensile), dipesa dall’inversione di tendenza registrata per il Grana Padano. Il confronto con lo scorso anno rimane negativo per i formaggi stagionati, pari a -3,5%, sebbene in attenuazione rispetto al -6,2% di marzo. Prezzi attuali che si confermano più bassi rispetto a dodici mesi fa anche per il latte spot (-10,4%), nonostante la ripresa mostrata ad aprile (+3,7%).
Dopo la congiuntura sfavorevole osservata nei mesi scorsi, nel comparto riso e cereali si è registrato ad aprile un deciso recupero dei prezzi all’ingrosso del riso italiano (+5,7% rispetto a marzo), sostenuto da una domanda dell’industria più vivace rispetto al recente passato. Si mantiene comunque negativa la variazione su base annua, sebbene in forte miglioramento rispetto a marzo (da -13,2% a -5,4%).
Unioncamere con la società BMTI scpa pubblica mensilmente l’indice del prezzi all’ingrosso dell’agroalimentare aggregando i dati ufficiali rilevati dalle Camere di Commercio nelle rispettive piazze attraverso i listini sui prezzi all’ingrosso all’agroalimentare. La nota di Unioncamere riporta il dato congiunturale e tendenziale mostrando la dinamica nazionale nei 4 comparti: Riso e Cereali, Carni, Latte formaggi e uova, Oli e grassi .