Prima le gelate di fine febbraio, poi piogge per settimane, ed ora il caldo estivo. Lo scorso anno una siccità con pochi precedenti. L’andamento pazzo del meteo – sottolinea la Cia Siena -, caratterizzato da continui sconvolgimenti ed estremi climatici spesso contrastanti (eccesso di freddo e di alte temperature, eventi siccitosi e allagamenti), rappresenta le due facce della stessa medaglia a cui purtroppo il mondo agricolo deve abituarsi. E l’agricoltura senese non fa eccezione.
«Abituarsi però non vuol dire accettarne passivamente le conseguenze – commenta il presidente della Cia Siena Valentino Berni –, semmai sforzarsi per escogitare e mettere in atto tutti quegli accorgimenti e quelle tecniche per contrastarne gli effetti più dannosi. Capire intanto i fenomeni cercando di prevenire ed arginare nei limiti del possibile le inevitabili ripercussioni sul sistema produttivo agricolo. In questo momento però – aggiunge – l’azienda agricola non può essere lasciata sola, alcuni provvedimenti possono e devono essere attuati singolarmente dagli stessi agricoltori, ma il comparto pubblico, a tutti i livelli – dall’Unione Europea al piccolo Comune -, deve assumersi le proprie responsabilità e tutti insieme predisporre un piano, delle strategie, dei finanziamenti per elaborare e realizzare interventi a medio e lungo periodo che agevoli e renda ancora possibile le coltivazioni a pieno campo delle colture tradizionali».
«Alcuni interventi – sottolinea il direttore Cia Siena Roberto Bartolini – sono possibili per andare oltre la strategia delle attivazioni delle assicurazioni delle colture. Incentivazione e realizzazione di pratiche di inerbimento delle colture, le “cover crops” o “colture di copertura”; realizzazione di una efficiente regimazione delle acque meteoriche, per evitare fenomeni di ruscellamento superficiale e scarso rifornimento delle falde con conseguente erosione del suolo e maggiore suscettibilità del territorio alla siccità. Ma anche per la realizzazione di un piano di raccolta e accumulo delle acque meteoriche in laghetti collinari aziendali; la riconversione dei sistemi agricoli verso colture meno idro esigenti e più termoresistenti; diffusione di agricoltura innovativa e di precisione per ridurre gli sprechi, maggior utilizzo delle risorse rinnovabili, miglioramento della fertilità del terreno, risparmio sui costi di produzione, aumento della qualità dei prodotti e la sostenibilità ambientale».
«C’è bisogno però di una intensificazione del supporto tecnico aziendale – spiega Lamberto Ganozzi, tecnico Cia Siena -, altamente preparato, specializzato e che possa agire capillarmente per informare e formare in tempo reale le aziende ed in stretto contatto e collaborazione con il mondo delle Università, della Ricerca e della innovazione tecnologica. Inoltre serve la formazione di una rete di partenariato pubblico-privato con il compito di indirizzo, programmazione e coordinamento a più livelli che dovrebbe anche incentivare, almeno parzialmente, gli interventi».