«L’ondata di maltempo che ha colpito il Paese negli ultimi giorni, con piogge, grandine e trombe d’aria, ha causato danni consistenti al comparto primario, colpendo seriamente, e in alcuni casi irrimediabilmente, le colture in campo, prossime alla raccolta; vere e proprie bombe d’acqua si sono infatti abbattute a macchia di leopardo lungo tutta la penisola, non risparmiando nemmeno le isole e danneggiando anche le infrastrutture e le aziende agricol». Lo fa notare la Copagri sulla base di una prima ricognizione degli effetti del maltempo.
«Danni ingenti si registrano dal Nord al Sud del Paese, con l’ulteriore e concreto rischio, in alcuni casi, che l’esiguità dell’offerta, dovuta al calo del raccolto, faccia lievitare i prezzi, con particolare riferimento ad alcuni comparti, quali l’ortofrutta», prosegue la Confederazione.
«È ora necessario procedere celermente con i necessari adempimenti per valutare la possibilità di richiedere lo stato di calamità naturale, quantificando le perdite e comunicandole alle istituzioni preposte», afferma il presidente della Copagri Franco Verrascina.
Nel Lazio, ad esempio, e in particolare nella zona dei Monti Cimini e di Caprarola, si registrano danni ingenti per la corilicoltura, con perdite che secondo prime stime superano addirittura il 50% della produzione; situazioni di analoga gravità si hanno nel viterbese, in particolare a Tarquinia e Montalto di Castro, dove a essere danneggiate sono state le colture orticole in pieno campo.
Danni si registrano anche nell’alto pordenonese e nell’udinese, dove le perdite ai vigneti e alle colture maidicole, colpite dalla grandine e dalle forti raffiche di vento, sono stimate tra il 10% e il 20%.
Nel tarantino e nella zona del Gargano le forti piogge e le violente grandinate hanno colpito i frutteti, i vigneti e gli oliveti, arrivando inoltre a compromettere seriamente anche la viabilità; per il vino, in particolare, il maltempo ha messo a rischio la crescita del settore pugliese, faticosamente raggiunta grazie agli sforzi e all’impegno degli ultimi anni. Una situazione simile si registra nelle isole. In Sardegna a essere state pesantemente colpite sono state le produzioni di uva, di frutta pronta per la raccolta, di pomodoro da industria, di carciofo e di altre colture ortofrutticole; il maltempo ha notevolmente aggravato il già salato conto causato dalle calamità che hanno interessato l’Isola nel 2017. In Sicilia, dopo gli incendi che hanno tristemente caratterizzato la scorsa estate, le colture orticole in campo sono state quasi completamente distrutte dalle bombe d’acqua e dalle piogge torrenziali, che non hanno risparmiato neanche i vigneti.