La legge sul caporalato – dichiara in una nota il presidente nazionale Confeuro, Andrea Michele Tiso – va applicata con determinazione per punire con durezza chi utilizza la schiavitù per speculare all’interno del settore agroalimentare. Va inoltre detto, e va fatto con estrema chiarezza, che coloro che utilizzano queste pratiche non sono agricoltori, ma semplici criminali.
Contro fenomeni di questo genere – prosegue Tiso – è necessario essere duri e senza alcuna traccia di ambiguità; ed è per questo che come Confeuro apprezziamo le parole pronunciate a tal proposito dal ministro delle Politiche Agricole, Gian Marco Centinaio, in occasione della sua prima visita in Calabria.
Per la nostra organizzazione – Continua Tiso – l’agricoltura non è un semplice aggregato economico, ma è un settore ricco di etica, civiltà e rispetto per le persone e per l’ambiente. Non è quindi tollerabile che al suo interno si verifichino episodi come quelli accaduti recentemente in Puglia, i quali, non solo recano disonore e vergogna al primario italiano, ma anche e a tutti noi cittadini della Penisola. Il nostro auspicio – conclude Tiso – è che la lotta contro il caporalato si ravvivi con maggiore determinazione e che si concluda con il totale azzeramento di queste pratiche.