“I nuovi casi di peste suina che si stanno manifestando in diversi Stati membri europei sono un serio problema che per ora non coinvolge l’Italia e le sue produzioni di prosciutti, salumi ed insaccati di eccellenza. Bisogna però porre in essere tutte le misure di controllo e prevenzione necessarie”. Lo sottolinea Confagricoltura che ricorda come la peste suina sia trasmessa anche dai cinghiali, così come evidenziato dal parere scientifico del rapporto dell’EFSA (l’Autorità europea per la sicurezza alimentare) del 12 giugno scorso.
“L’attuale sovrabbondanza degli ungulati e di numerose altre specie di animali selvatici, di cui si è perso il controllo per numero e diffusione, sta causando seri danni all’ambiente, all’agricoltura ed alla sicurezza delle persone e delle strade – pone in evidenza Confagricoltura -. Ormai è chiaro che può causare pure rischi alimentari e, anche in tal senso, va controllata e gestita. L’attenzione quindi va altresì indirizzata verso la legislazione alimentare”.
Confagricoltura chiede l’immediata attivazione, nel nostro Paese, delle misure preventive più efficaci, prevista dall’ EFSA, per contenere il rischio di propagazione dell’epidemia, ovvero piani coordinati di prelievo selettivo. Lo studio dell’Autorità europea riporta come tale tecnica – dove è stata applicata – abbia ridotto il numero dei cinghiali dell’80% e, conseguentemente, abbia pure limitato il pericolo di diffusione dell’epidemia.
Per garantire una più efficace e capillare prevenzione, attraverso il modello EFSA, è necessario disporre di molte persone ad essa dedicata. Per questo Confagricoltura chiede da tempo che siano autorizzati gli stessi agricoltori come coadiutori nei piani di abbattimento. Gli agricoltori sono distribuiti su tutto il territorio e possono contribuire attivamente ed efficacemente al controllo della popolazione delle specie selvatiche.