Qualcosa sembra muoversi sul fronte risarcimenti da danni da predatori. Nell’ultimo incontro in Regione Toscana, con Cia Toscana e le altre organizzazioni agricole, alla presenza dell’assessore Marco Remaschi, sono emerse alcune novità sui tempi dei rimborsi per chi ha subito danni negli anni scorsi: la Regione infatti liquiderà entro i prossimi due mesi circa 300mila euro (sono 460mila quelli necessari a soddisfare le richieste dell’annualità 2017) a 268 aziende agricole.
«I tempi certi per i primi rimborsi, sono un primo risultato, ma è chiaro – sottolinea Roberto Bartolini, direttore Cia Siena – che il vero risultato deve essere quello di non dover subire più attacchi agli allevamenti. Il lavoro che Cia sta portando avanti da mesi e da anni, con le altre organizzazioni agricole, ha portato ad alcuni risultati, ma ovviamente molto deve ancora essere fatto».
Purtroppo, infatti, la mattanza va avanti negli allevamenti della provincia di Siena. Nei giorni scorsi prima è stata colpita un’azienda della Val d’Arbia, quindi un’altra azienda zootecnica delle Crete Senesi, fra Rapolano Terme ed Asciano. Stesse scene che si ripetono da anni, ovvero capi ovini morti e straziati dall’assalto dei predatori.
Intanto, sempre grazie al lavoro, portato avanti da Cia, il Consiglio regionale della Toscana ha approvato una mozione che impegna la Giunte regionale ad attivarsi nei confronti del Governo ed in particolare con il Ministero competente, affinché sia ripreso e portato avanti con celerità il percorso di approvazione nella sua interezza del Piano nazionale per la conservazione e la gestione del lupo in Italia, utilizzando tutte le possibilità offerte dalle direttive comunitarie e dalla normativa vigente, compresa l’applicazione di deroga al prelievo, per garantire la difesa delle attività zootecniche presenti sul territorio regionale dagli attacchi predatori e favorire l’equilibrio tra le esigenze di tutela della fauna e della biodiversità e la difesa delle attività economiche.
«L’assessore ha preso degli impegni – aggiunge Bartolini, – ma serve alzare il tiro con azioni mirate a limitare la presenza dei lupi, canidi ed ibridi nelle nostre campagne. Andando avanti così si mette a rischio il sistema socio-economico di intere aree della provincia. Servono interventi seri e concreti, la politica deve andare oltre agli interessi di parte, come delle lobby animaliste, secondo cui vale di più un singolo lupo, anziché interi greggi di pecore; la sostenibilità economica di intere famiglie e quella sociale delle aree rurali, che senza i nostri agricoltori e allevatori subirebbero l’inesorabile abbandono. È urgente difendere il reddito degli agricoltori, messo a rischio dai predatori. Questa situazione – prosegue – sta creando un grosso danno all’economia del territorio ormai da troppi anni. Le aziende senesi sono allo stremo, alcune hanno già chiuso ed altre lo stanno facendo».