La tre giorni romana di AgriAcademy, il progetto di alta formazione ideato e sviluppato da ISMEA in collaborazione con il Mipaaft, chiude i battenti e decreta il progetto vincitore: si tratta ComBEEnazioni, un progetto che nasce da un’idea dell’imprenditrice agricola Milena Zarbà, e che nei tre giorni si è arricchita del contributo di altri 6 giovani innovatori del settore agrifood.
Il risultato arriva dopo una lunga maratona non stop, una sorta di bootcamp creativo, in cui i giovani imprenditori agricoli partecipanti, con l’aiuto del team di #Ruralhack, sotto la guida di Alex Giordano e dei mentor dell’Osservatorio SmartAgrifood, hanno sviluppato i loro progetti di impresa, dagli aspetti propriamente di business, a quelli di design arrivando a proporre anche dei prototipi dell’idea progettuale.
Quella di Roma, che ha avuto luogo dal 18 al 20 ottobre, è la prima delle tre tappe autunnali dell’ AgriAcademy che approderà nei prossimi giorni anche a Bologna e Bari, con lo stesso identico format, ispirato alle metodologie del design thinking e della progettazione user-centrica, e l’obiettivo di premiare i progetti migliori con un tutoraggio personalizzato in azienda
La giuria, composta da Andrea Bacchetti direttore dell’Osservatorio Smart Agrifood, Fulvio Pellegrini dell’Università la Sapienza di Roma, Roberto Milletti di Ismea ha decretato come progetto vincitore dell’edizione romana dall’Agriacademy ComBEEnazioni; ora, la possibilità per i vincitori di essere seguiti passo dopo passo dalle Università partner del progetto, nella realizzazione del loro “sogno nel cassetto”.
Ma vediamo in cosa consiste il progetto scelto: ComBEEnazioni mette al centro l’alveare e le api con un progetto di monitoraggio ambientale e dell’alveare stesso attraverso strumentazioni tecnologiche, da utilizzare per certificare il prodotto finale. L’obiettivo è migliorare la vita delle api e, conseguentemente e proporre al mercato un miele fregiato da una certificazione. La raccolta di dati di monitoraggio ambientale diventa anche fonte di informazioni per le comunità locali e gli enti pubblici che possono fruirne attraverso sistemi informatici (app o sito). Progetto di Milena Zarbà di Bergamo, Sergio Fronteddu, Antonello Garra, Giuseppina Solinas, Rocco Vallorani, Luca Rando, Michele Aliotta.
Ecco invece la proposta degli altri 3 finalisti:
ORTO DEI MIRACOLI è un kit pronto «made in Tuscany», composto di piante e semi certificati biologici, terriccio e concimi autoprodotti dagli scarti organici aziendali, e finalizzato a diffondere le piante da orto biologiche tra hobbisti e appassionati. È un prodotto che risponde principalmente all’esigenza di naturalità delle città e offre qualità di ogni componente del kit. Il progetto non finisce con l’acquisto ma prosegue con he la nascita di una comunità sostenibile tra i clienti, attraverso social e app dedicata. Progetto di Marco Calcaprina di Pisa e Federico Falzarano di Pistoia.
DISTILLERIA ITALIANA Dai prodotti autoctoni della Tuscia e dell’alto Lazio, ma anche di altri territori, come fico d’india, melograno, frutta e carciofi, mirto, fiori e piante aromatiche, ricavare grappe e brandy destinati a un mercato di nicchia soprattutto estero. Nel territorio non ci sono distillerie e i viaggiatori hanno la possibilità di portare a casa un pezzo di Tuscia. Progetto di Alberto Di Florio di Chieti, Giulia Maggini di Viterbo, Caterina Barbaro di Reggio Calabria ed Efisiangelo Curreli di Cagliari.
BOSCO AUMENTATO propone un nuovo modo di utilizzo, valorizzazione e gestione del bosco che coniuga sport, agricoltura e tecnologia. L’idea è di trasformare un grosso problema per gli agricoltori, il bosco, in una risorsa attraverso l’uso della legna, la promozione dei prodotti spontanei, le attività didattiche ed esperienziali di vario tipo. Il tutto senza eccessivi interventi umani e sviluppando un’economia forestale e del legno sostenibile a ogni livello. Obiettivo finale è mettere i boschi italiani in rete e farli diventare un franchising di valorizzazione. Progetto di Nunzia Cerino Conte di Salerno, Marta Giampiccolo di Perugia, Davide Minicozzi di Benevento.
AgriAcademy È il programma di alta formazione su innovazione, internazionalizzazione e marketing promosso in collaborazione con il Ministero delle Politiche agricole alimentari forestali e del turismo e rivolto, in totale, a 200 giovani imprenditori agricoli vincitori del bando “Promuovere lo spirito e la cultura d’impresa”. Prevede due sessioni, una estiva e una autunnale, in tre sedi: Roma, Bologna e Bari. La sessione autunnale che parte il 18 ottobre a Roma, segue la prima fase che si è svolta tra giugno e luglio.
L’AgriAcademy di Ismea si avvale della collaborazione con l’Università di Brescia, il Politecnico di Milano, la Sapienza di Roma, l’Università del Sannio, l’Osservatorio Smart Agrifood, il team del programma di ricerca/azione RuralHAck e con gli innovatori sociali di Vazz’ap. Vede tra i docenti: professori universitari, ricercatori, esperti di settore, economisti e direttori di aziende molto note.
Le prossime tappe di AgriAcademy si terranno a Bari, dal 9 all’11 novembre e a Bologna, dal 16 al 18 novembre.