“Condoni in Toscana non ne vogliamo. La Toscana ha chiesto l’autonomia e in tema di paesaggio la nostra autonomia consiste nel fatto che non vogliamo essere sottoposti a leggi nazionali che ci facciano tornare indietro rispetto alla nostra attuale legislazione, che è stata promossa dalla Fao come modello da imitare anche per i Paesi in via di sviluppo”. Così il presidente della Toscana Enrico Rossi ha concluso il suo intervento al convegno ‘Paesaggio toscano, dalla pianificazione alla partecipazione’ organizzato a Firenze dall’Osservatorio regionale sul paesaggio e dal Garante per l’informazione e la comunicazione in collaborazione con gli ordini degli architetti e degli agronomi.
“Ci giunge dalla Fao un riconoscimento mondiale – prosegue Rossi -l’inserimento della nostra regione tra i 10 esempi di ‘buone pratiche’ riportati dal rapporto sulle foreste SOFO 2018. E’ una conferma della bontà e della necessità del lavoro fatto, un lavoro che parte dal concetto della dinamicità del paesaggio, frutto dell’interazione uomo/natura ed in continua evoluzione, come dimostra il fatto che anche le nostre aree rurali non sono più quelle della mezzadria degli anni 50. La storia del paesaggio rurale toscano inizia con il lavoro dei nostri avi, non c’è un metro quadro di territorio in questa regione che non abbia visto attività umana. Questo percorso, iniziato secoli fa, ha costruito l’identità della Toscana come la conosciamo oggi e noi abbiamo provato a tutelarlo e valorizzarlo con il Piano del Paesaggio e la legge urbanistica 65/2014 che, sostanzialmente, vieta il consumo di suolo agricolo per nuove edificazioni”.
“I nostri strumenti normativi – ha aggiunto il presidente – dopo la normale dialettica che si sviluppa in Toscana ogni volta che si introducono novità, stanno trovando applicazione sia da parte delle amministrazioni, che stanno adeguando alla legge i loro strumenti di pianificazione, che da parte degli operatori e degli stessi agricoltori, che modellano i loro fondi. E questo conferma l’importanza della partecipazione, del coinvolgimento nelle scelte dei soggetti che poi si troveranno ad applicare quelle regole”.
Sul tema dela partecipazione, centrale nel convegno, è intervenuto anche l’assessore regionale al governo del territorio Vincenzo Ceccarelli. “La partecipazione – ha detto – è uno degli strumenti con i quali si vogliono raggiungere gli obiettivi delle politiche regionali sul paesaggio, che sono: la limitazione del consumo di suolo, la rigenerazione urbana, la valorizzazione del territorio rurale. Abbiamo una buona legge urbanistica ed un buon Piano paesaggistico, ma è importante anche il modo in cui si vanno ad attuare le buone norme. E per l’attuazione è fondamentale il coinvolgimento della comunità e dunque la partecipazione. Rivestono perciò un ruolo importante l’Osservatorio regionale per il paesaggio e la Garante per la comunicazione e la partecipazione, anche coordinando e promuovendo la formazione di una rete di Osservatori locali”.
“La Toscana – ha aggiunto Ceccarelli – è ritenuta in tutto il mondo ‘appetibile’ grazie al suo paesaggio, al quale la Regione vuole garantire uno sviluppo sostenibile e durevole. Per farlo però non possiamo immaginare questo paesaggio dentro una campana di vetro, dobbiamo salvaguardarne alcuni aspetti belli e significativi, ma anche dare la possibilità di modificarne altri, naturalmente seguendo delle corrette regole di trasformazione. Questo è il senso del piano del paesaggio, che ha convinto anche la Fao, passare dal vincolo rigido a corrette e partecipate regole di trasformazione”.
Sul rapporto Sofo 2018 è tornato anche il prof. Mauro Agnoletti, presidente dell’Osservatorio regionale del paesaggio. “Tra gli aspetti che sono stati valutati e che hanno colpito la Fao c’è stata anche la scelta della Toscana di dare la possibilità di lasciare ai propri agricoltori la possibilità di poter tornare indietro, recuperando terreni coltivabili rispetto ad una copertura forestale che avanza a causa di abbandono. Questa scelta, che sembra controcorrente, è invece in linea con i valori paesaggistici perchè recupera il paesaggio rurale tradizionale e contrasta l’abbandono delle aree interne, riducendo magari la superficie boscata incolta, ma aumentando quella di bosco gestito, che è la più utile in termini di sviluppo sostenibile, contrasto alla CO2 e tutela idrogeologica”.
Infine la Garante per la comunicazione e la partecipazione Francesca De Sanctis ha ricordato come “La legge 65/2014 ben interpreta la dimensione dinamica del paesaggio. La Toscana ha tradotto operativamente dei concetti della Convenzioni europea del paesaggio che in altre realtà restano ancora sulla carta. Anche l’importanza data alla partecipazione è in linea con la visione del paesaggio come volano di sviluppo e non più come freno allo sviluppo. Veicolare questa visione più moderna ed europea del paesaggio nelle varie realtà territoriali e stimolare il confronto è la partecipazione saranno proprio alcuni dei compiti degli Osservatori locali del paesaggio che vogliamo andare a costituire”.