«Con l’approvazione al Senato del Ddl di Conversione in Legge, con modificazioni, del DL 113/2018 con disposizioni urgenti in materia di sicurezza pubblica e beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, cosiddetto ‘DL sicurezza’, viene ratificata la proroga al 31 dicembre del 2019 dell’esonero dalla presentazione della certificazione antimafia per le aziende agricole che ricevono fondi comunitari per importi non superiori ai 25mila euro». Lo sottolinea il coordinamento di Agrinsieme, che riunisce Cia-Agricoltori Italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, esprimendo soddisfazione per l’accoglimento, grazie a un emendamento, delle legittime richieste dei produttori.
«Con l’innalzamento, infatti, della soglia necessaria a far scattare l’obbligatorietà della documentazione e informazione antimafia si salvaguardano gran parte delle aziende agricole del Paese dal rischio di perdere i fondi comunitari», prosegue Agrinsieme.
«La preoccupazione maggiore era riferita al possibile inasprimento burocratico e al rischio di blocco dei pagamenti per centinaia di migliaia di aziende agricole, derivante dalla mancata produzione della richiesta documentazione antimafia, che le imprese sono tenute a fornire per poter accedere ai contributi comunitari; parliamo di un carico burocratico che avrebbe gravato su 135.000 imprenditori agricoli», fa notare il coordinamento.
«Si tratta dunque di un primo passo importante che recepisce un’istanza molto sentita dal mondo agricolo, della quale Agrinsieme si è fatto portavoce in più occasioni e che ha chiesto durante una recente audizione in Commissione Affari Costituzionali del Senato – ricorda il coordinamento, spiegando che – con questa proroga si tutelano le piccole e medie aziende agroalimentari italiane da ulteriori ingolfamenti nell’erogazione degli aiuti comunitari, essenziali per la sopravvivenza delle imprese».
«Ci auguriamo ora che questa misura venga confermata anche durante l’esame del provvedimento alla Camera e che il Governo utilizzi questa ulteriore proroga per individuare misure strutturali e definitive utili a far sì che la produzione della certificazione antimafia non rappresenti una ulteriore ed eccessiva complicazione burocratica per il comparto agroalimentare», conclude Agrinsieme.