Dietro ai furti di macchine agricole si nascondono vere e proprie organizzazioni criminali. Da EIMA, il salone internazionale delle macchine agricole in svolgimento in questi giorni nei padiglioni di BolognaFiere, arriva la denuncia di Unacma, l’associazione nazionale dei rivenditori. Trattori e altre macchine rubate in Italia vengono rivenduti nella maggioranza dei casi nei Paesi Balcanici e Caucasici, dove ci sono grandi estensioni agricole.
Ed è evidente, a parere di Unacma, che i furti sono quasi sempre su commissione. Riguardano infatti in netta prevalenza mezzi nuovi o seminuovi, ad alta potenza e quindi con un alto costo. Nonostante il numero dei furti sia diminuito di circa il 30% negli ultimi cinque anni, passando dagli oltre 13mila mezzi del 2013 ai 9.114 dello scorso anno, è così aumentato il valore della refurtiva, con un grave danno per le aziende agricole o le concessionarie prese di mira dai ladri. In base a quanto ricostruito da Unacma i mezzi, dopo essere stati nascosti in luoghi non lontani da quello del furto, vengono caricati su camion schermati e portati all’estero, per poi essere rivenduti. Difficile per i legittimi proprietari rientrare in possesso delle proprie macchine, anche se qualche azienda e qualche concessionario sono riusciti a riportarle in Italia grazie all’intervento dell’Interpol. Le regioni dove avviene il maggior numero di furti sono la Puglia e la Sicilia.
Le organizzazioni criminali, secondo Unacma, che ha presentato gli ultimi dati al convegno “Il fenomeno dei furti delle macchine agricole. Testimoni e possibili soluzioni”, organizzato in collaborazione con MLS e CAI e tenutosi questo pomeriggio nell’ambito del salone della meccanica agricola, si spostano con rapidità sul territorio nazionale e dopo aver “occupato” un territorio ne individuano un altro dove mettere a segno i colpi.