Ambiente, ancora troppo bassa la spesa delle città italiane per il verde pubblico

Il 90% della popolazione mondiale respira aria inquinata. E lo smog, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, è responsabile della morte di 7 milioni di persone all’anno, con un costo sociale globale calcolato in 1.700 miliardi di dollari. Numeri drammatici che si riscontrano anche in Italia, con 90 mila morti all’anno, 66 mila delle quali causate dalle polveri sottili. Le piante, che possono assorbire dai 20 ai 50 chili di anidride carbonica in un anno, sono un potentissimo alleato contro l’inquinamento ma l’investimento pubblico sul verde urbano è ancora molto modesto. La spesa dei Comuni ammonta infatti mediamente a 60 centesimi al metro quadrato e 96 città capoluogo di provincia, su un totale di 116, dispongono di meno del 5% di verde pubblico sul totale della superficie comunale. Solo 11, inoltre, hanno un piano o un regolamento del verde.

E’ un vero e proprio allarme quello lanciato a EIMA, salone internazionale delle macchine agricole di Bologna, da Asproflor, associazione dei produttori florovivaisti, nel corso del convegno “Il benessere dei colori del verde nelle città”. Convegno al quale hanno partecipato ricercatori del CNR che hanno fatto il punto sulla ricerca scientifica in materia. E’ dimostrato, per esempio, che un’area verde davanti a un ospedale riduce del 20% la durata dei ricoveri. Così come è ormai ampiamente acclarato che sono le città le principali responsabili dell’emissione di gas serra in atmosfera: il 70% del totale. Per questo Asproflor promuove numerose iniziative di sensibilizzazione.

«Il verde non è un costo ma un generatore di ricchezza: abbassa la spesa sanitaria e la spesa energetica» ha detto Sergio Ferraro, vice presidente dell’associazione , per il quale occorre incentivare il privato a rigenerare il verde pubblico in cambio di defiscalizzazione. Per creare polmoni verdi negli aggregati urbani è nato il progetto Comuni Fioriti, voluto da Asproflor per stimolare la riqualificazione nelle piccole e grandi città. E si moltiplicano le iniziative per aumentare la superfici delle aree verdi. Una risposta può arrivare da giardini pensili, come hanno rilevato gli esperti che sempre oggi hanno partecipato a due tavole rotonde su verde verticale e verde pensile e sulla gestione del paesaggio nell’area urbana promosse dalla Fondazione BioHabitat e realizzate nell’ambito dei saloni EIMA M.i.A. e EIMA Green. Molti esempi arrivano dall’estero: il Comune di Stoccarda ha incentivato la realizzazione di giardini sui tetti, a Singapore è stato realizzato un ospedale rivestito di verde. Anche in Italia, tuttavia, si sta rivedendo lo stesso concetto di smart cities, in funzione di un nuova attenzione verso l’ambiente e il verde urbano. Dal secondo Dopoguerra ad oggi, hanno spiegato i progettisti intervenuti alle due tavole rotonde, l’unica regione italiana che ha mantenuto il proprio patrimonio paesaggistico è il Trentino Alto Adige. E ogni giorno in Italia vengono consumati 70 ettari di terreno. Condizione che richiede una strategia integrata, tra una pianificazione urbana moderna, un aumento delle aree verdi, un trasporto pubblico efficiente, un raccolta differenziata al 100%.

 

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