È stata un’annata bizzarra dal punto di vista meteorologico, con una primavera particolarmente fredda e piovosa e un’estate calda e siccitosa.
Per le coltivazioni giunte a maturazione a inizio estate l’annata non è stata positiva: in diminuzione i raccolti di grano e orzo, di verdure primaverili e di frutta precoce, quali le albicocche. È andata meglio per le altre produzioni: si è registrato un ottimo raccolto di mais, una buona annata per il riso, una buona produzione di soia. La vendemmia è stata eccellente, con un sensibile recupero della produzione rispetto all’anno scorso. Di buona qualità, con un mercato interessante, le pesche, le mele, i piccoli frutti, mentre per l’actinidia le produzioni si stanno rivelando scarse, con un prezzo di mercato inferiore al 2017. Annata non positiva anche per il nocciolo, che ha fatto registrare il 20% in meno di produzione e per le castagne, con un raccolto scarso.
Per quanto riguarda gli allevamenti zootecnici, dopo anni di grande crisi il mercato avicolo – polli da carne, tacchini e uova – va abbastanza bene. Stabili i prezzi dei bovini di razze francesi, mentre continua l’interesse per la carne di razza Piemontese. Il mercato del latte presenta dei prezzi sostanzialmente allineati ai valori del 2016 e 2017, mentre si registra un calo delle quotazioni per i suini. Annata interessante, dopo la serie campagne negative, per l’apicoltura, con una produzione di miele tornata a livelli buoni.Complessivamente per Confagricoltura Piemonte l’annata può considerarsi positiva, anche per l’ottimo andamento delle esportazioni, ma emerge con chiarezza che occorre riportare l’attenzione sul settore primario, rimettendolo al centro delle politiche economiche regionali e nazionali.
In Piemonte sono attive 53 mila aziende agricole, in costante diminuzione numerica, anno dopo anno. Per il presidente di Confagricoltura Piemonte Enrico Allasia «è necessario puntare sempre di più sulla qualità, sul rispetto dell’ambiente, sulla competitività, investendo risorse nella multifunzionalità, confrontandosi con il mercato e allargando gli orizzonti. Confagricoltura – aggiunge Allasia – chiede una maggior sensibilità del governo per la ricerca, lo sviluppo e l’innovazione; il mantenimento dell’obiettivo della riduzione della spesa pubblica improduttiva, lo sviluppo di un dialogo attivo con l’Unione europea, indispensabile per la nostra agricoltura e una grande attenzione alla definizione di accordi internazionali, anche bilaterali, sul commercio le tariffe per favorire le nostre esportazioni».