Mantenere pulito e curato un bosco di bambù in Versilia, preservare le sue grandi capacità di contrasto dell’inquinamento, imprigionando fino a 17 tonnellate di carbonio per ettaro l’anno, e riutilizzare il legno di canna lavorato per creare oggetti di design, pergolati e gazebo, installazioni artistiche. E poi riscoprire l’antica coltivazione del baco da seta in provincia di Catanzaro, seguendo l’intero processo di produzione dalla terra al tessuto pregiato e mettendo in mostra, in un Museo dedicato, la tradizione tessile calabrese recuperata, dai telai storici ai costumi d’epoca. Ma anche decidere di restare sui Monti Sibillini, all’indomani del sisma del Centro Italia, e sfruttare tutte le nuove tecnologie digitali (e-commerce, blog, newsletter) per continuare a vendere i propri prodotti tipici e mantenere alta l’attenzione dei consumatori sulle zone terremotate.
Sono questi alcuni esempi delle realtà vincitrici di Bandiera Verde Agricoltura 2018, il Premio promosso da Cia-Agricoltori Italiani, giunto alla XVI edizione, che oggi a Roma nella Protomoteca del Campidoglio è stato consegnato a 16 campioni della nuova agricoltura italiana, scelti in base a specifiche categorie. Assegnati anche 3 riconoscimenti a Comuni rurali virtuosi e 2 Premi speciali.
Il segreto del successo delle imprese agricole premiate sta nella diversificazione di qualità. È l’impresa multitasking, multifunzionale nel linguaggio agricolo, che non solo produce dai campi, ma preserva ambiente e territorio e li qualifica con l’attività turistica, di trasformazione, di vendita, sociale. D’altra parte -spiega Cia- oggi il contributo della multifunzionalità al reddito agricolo vale un quarto delle entrate complessive e può arrivare fino al 50% nelle aziende a ciclo chiuso, che dal campo arrivano fino a tavola.
E spesso la multifunzionalità è legata all’innovazione. Come l’allevamento di bovini torinese premiato per aver robotizzato completamente il ciclo di mungitura, tra i primi 20 in Italia, con vantaggi non solo in termini di quantità e qualità del latte ma anche dal punto di vista del benessere animale. O come l’azienda vitivinicola di Cesena che ha innovato in chiave green con progetti per la qualità di aria e acqua e la minore emissione di gas serra: serbatoi di acciaio inox in cantina per non sprecare l’oro blu, un impianto fotovoltaico per l’autosufficienza energetica e uno per la generazione dell’azoto. Tutti esempi che collocano di diritto queste aziende sotto il cappello del Premio Bandiera Verde, perché le sperimentazioni in agricoltura sono l’asset su cui puntare per superare lo stallo negli investimenti in innovazione che, in Italia, sono ancora fermi ad appena lo 0,02% del PIL.
Spazio, ogni anno, anche all’agricoltura del Mediterraneo con la Bandiera Verde 2018 a tre associazioni femminili (Rural Women Development Association; Henna Association for Support Women and Childhood; Gharibet Shams Sunset) che, in Siria, dove la guerra ha provocato una profonda crisi umanitaria e molte famiglie vivono in situazioni di povertà e di insicurezza alimentare, portano avanti progetti di cooperazione per la produzione e trasformazione di prodotti agricoli locali.
Infine, tra i Premi speciali assegnati da Cia, Bandiera Verde all’attore Neri Marcorè (nella foto con il presidente Scanavino) per la creazione del Festival di solidarietà RisorgiMarche, un’iniziativa determinante per tenere accesi i riflettori sui territori del cratere colpiti dagli eventi sismici del 2016 e favorire il processo di rinascita delle comunità coinvolte. E, per la sezione Agri-cinema, Premio al film “Lazzaro felice” di Alice Rohrwacher per il suo racconto personale dell’agricoltura e di un’Italia alle prese con una nuova mezzadria tra passato e presente.
«Le nostre Bandiere Verdi – spiega il presidente nazionale Cia Dino Scanavino – sono la testimonianza concreta delle evoluzioni dell’agricoltura italiana, che cresce e si rinnova tra due pilastri fondamentali: la difesa di ambiente e paesaggio e la custodia di biodiversità e tradizioni rurali».