Ieri sera 14 novembre, presso la scintillante Guildhall di Londra, durante la Cena di Gala dell’ IWSC – International Wine & Spirits Competition, Cantina di Soave ha ottenuto il titolo di “Miglior produttore italiano dell’anno”.
Alla cerimonia di premiazione, che si è svolta in un contesto di grande solennità e prestigio, hanno partecipato il Direttore Generale di Cantina di Soave Bruno Trentini, il Vicedirettore Wolfgang Raifer e l’Export Manager Luca Sabatini.
Il riconoscimento è stato attribuito dall’IWSC alla storica casa vitivinicola soavese con la seguente motivazione: “Cantina di Soave, azienda dal profilo fortemente innovativo, è stata in grado di utilizzare al meglio le conoscenze tecnologiche per approfondire la competenza in vigna e ottenere vini di altissima qualità”.
L’IWSC – International Wine & Spirits Competition, storico e autorevole concorso enologico internazionale con base a Londra, fondato nel 1969 dall’enologo Anton Massel, è uno dei premi più importanti, riconosciuto in tutto il mondo ed estremamente influente soprattutto per quanto riguarda i mercati europei. Cantina di Soave era in nomination per il titolo insieme ad altre cinque importanti aziende vinicole italiane (Fattoria La Vialla di Gianni Antonio e Bandino Lo Franco Società Agricola Semplice, Sartirano Figli Cantine E Vigneti SRL, Terre del Barolo Soc. Coop. Agr., Ferrari F.lli Lunelli SpA e Martini).
«I nostri vini ottengono spesso riconoscimenti importanti all’IWSC – commenta Bruno Trentini, Direttore Generale di Cantina di Soave – ricevere il titolo di “Produttore italiano dell’anno” è un grande onore che attesta l’impegno profuso in tutti questi anni per far crescere l’azienda da ogni punto di vista, nell’ottica di produrre vini sempre migliori, nel rispetto dell’ambiente che per noi è il bene più prezioso. Una gratificazione immensa anche per tutti coloro che ogni giorno lavorano con passione e impegno, rendendo tutto ciò possibile: dai nostri viticoltori, ai dipendenti, ai collaboratori, perché senza di loro Cantina di Soave non sarebbe quella che è».