A 50 anni dalla sua scomparsa quella di Luigi Manzoni (1888-1968) è una figura ancora viva e attuale. Un umanista novecentesco per la sua natura poliedrica, è stato professore di Scienze Naturali e Patologia vegetale, Preside della Scuola Enologica (attuale Istituto Statale di Istruzione Secondaria Superiore “G.B. Cerletti” di Conegliano), primo Sindaco di Conegliano dopo la nascita della Repubblica, dal 1946 al 1949. Manzoni è stato infatti ricercatore per 50 anni dando vita a esiti oggi ancora attualissimi, come le misure sperimentali dei consumi d’acqua delle piante in rapporto alle esigenze per le irrigazioni.
“Il frutto delle sue ricerche è diventato patrimonio della nazione attraverso la ricerca che ha portato e prodotto quei vitigni oggi conosciuti con il suo nome – spiega il presidente nazionale delle città del vino, Floriano Zambon, membro del Comitato d’onore delle celebrazioni – sulle sue orme si sta proseguendo quel percorso di rafforzamento delle piante di vite in modo da renderne la coltivazione sostenibile di fronte all’insidia delle diverse patologie”.
La Scuola enologica di Conegliano (la più antica d’Italia, fondata nel 1876), in collaborazione con il CREA-VE (centro di ricerca ministeriale sulla vite ed il vino), ha creato un evento speciale in suo ricordo “Manzoni 50 Anniversary” che si terrà sabato 24 novembre nel campus enologico di Conegliano per ricordare e dare merito al suo impegno civile, alla continua e appassionata dedizione allo studio della vite e della ricerca scientifica.
“E’ stato un importante punto di riferimento per tutto il settore scolastico e vitivinicolo – spiega il dirigente scolastico, Mariagrazia Morgan – per aver saputo esplorare come illustre e poliedrico ricercatore scientifico i campi della Fisiologia, della Fitopatologia, della Botanica, dell’Anatomia della vite e del Miglioramento Genetico”. Dove il suo nome è rimasto impresso nel marmo è proprio nelle attività filo genetiche, che lo hanno ascritto a inventore, padre e produttore di nuove pregevoli varietà vitivinicole, dando vita a vitigni autoctoni italiani che portano il suo nome. Per l’occasione si è costituito un Comitato d’onore che vede al suo interno figure di spicco come quelle del Ministro dell’istruzione, Università e Ricerca Marco Bussetti, del Governatore del Veneto Luca Zaia e del Sottosegreterio alle politiche agricole Franco Manzato, un comitato organizzatore con ben 22 elementi del mondo scientifico, della ricerca ed accademico, presieduto da Damiana Tervilli, già preside della Scuola enologica e numerosi partner tecnici ed economici, ben 25 aziende.
Il primo concorso nazionale Manzoni In suo nome il Ministero delle politiche agricole ha autorizzato un concorso nazionale: quest’anno si tiene la prima edizione, con un partecipazione di 83 campioni di 61 aziende produttrici in lizza da tutto il Veneto e da altre 4 regioni (Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Lombardia e Lazio) regioni d’Italia. Sabato 24 novembre presso l’enoteca veneta i vini campioni saranno premiati nel corso di una cena d’onore con abbinamenti a piatti della tradizione veneta. La serata d’onore su invito sarà accompagnata dalle esibizioni musicali dell’enocoro diretto dal maestro Renato Gava.
La modernità della sua ricerca in un convegno Sabato 24 novembre con inizio alle 9.30 esperti internazionali si troveranno nell’Aula Magna ISISS “G.B. Cerletti” per un Convegno scientifico dal titolo “L’Anatomia della vite e i suoi legami con il complesso del Mal dell’Esca”. Organizzato in collaborazione con il CREA-VE, vuole ricordare gli studi condotti dal Professore sull’anatomia della vite e sulle relazioni con la potatura e il mal dell’Esca; proprio collegandosi a questa seconda area di studio si analizzeranno i legami tra il complesso del Mal dell’Esca e il sistema di trasporto della vite.
Il museo Manzoni Compie due anni il Museo Luigi Manzoni che trova degna collocazione nello storico reparto di Scienze Naturali all’interno dell’Istituto “Cerletti” dove operò per quasi cinquant’anni. Migliaia di visitatori, anche dall’estero (es. Cina e Giappone). Il percorso museale, nato per volontà di un gruppo di insegnanti e col contributo di centinaia di ex studenti, parla di storia naturale ma anche di innovazione nella fotografia (ricerca scientifica, catalogazione, ingegneria meccanica e fotografia). Curato dai docenti Giuliano Mocchi e Beatrice Raco, affiancati dal Prof. Giovanni Follador, è nato nell’ambito di un lavoro di catalogazione iniziato alcuni anni fa: All’interno pezzi unici come macchine fotografiche dei primi del ‘900, microscopi, vetrini originali, collezioni botaniche vastissime, addirittura un banco ottico lungo più di due metri, che testimoniano la visione pionieristica di Luigi Manzoni nella conduzione delle sue ricerche. Il suo obiettivo, che culminò nella genetica, era infatti di realizzare vigneti più resistenti, senza rinunciare però alla personalità di un grande vino. Fu così che nacquero i celebri Incroci Manzoni.
Gli incroci Manzoni Manzoni fu uno dei massimi interpreti italiani degli incroci in viticoltura nei primi del ‘900. 3 i Paesi in Europa dove è testimoniata la produzione: Italia, Russia e Slovacchia. All’interno del campus enologico di Conegliano è presente la collazione completa dei vitigni incroci Manzoni con una superficie vitata di 12 ettari. I vigneti esistenti sono cloni naturali ricreati attraverso i gemmari dei vigneti che ex ellievi, negli anni ’90, hanno recuperato da aziende con cui il professor Manzoni aveva collaborato. Nell’ambito del convegno di sabato 24 novembre saranno pubblicati i numeri aggiornati del Manzoni nel Mondo. Tra i più noti incroci: 6.0.13 (Riesling x Pinot bianco), 2.15 (Glera x Cabernet-sauvignon), 13.0.25 (Raboso Piave x Moscato d’Amburgo) e 1.50 e 2.30 (Trebbiano x Traminer). Il 6.0.13 è senza dubbio il più coltivato, dà vini bianchi molto fini con un buon potenziale d’invecchiamento.