La Regione Lombardia ha emesso un bando da 195mila euro per concorrere alla realizzazione di orti didattici, sociali, urbani e collettivi.
IL BANDO – Il bando, aperto fino al 30 novembre 2018, è rivolto a tutti i comuni (per progetti di orti urbani, sociali periurbani e collettivi), agli istituti scolastici di infanzia, primaria, secondaria di primo grado e di secondo grado (per progetti di orti didattici) e agli enti gestori di aree protette (per orti urbani, sociali periurbani e collettivi). Il contributo regionale coprirà il 50 per cento del costo complessivo del progetto.
DIFFONDERE CONSAPEVOLEZZA – “Crediamo molto in questi progetti – ha detto l’assessore regionale all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi, Fabio Rolfi – perché diffondono consapevolezza in materia di educazione ambientale e alimentare. Gli orti didattici sono fondamentali anche per la formazione umana degli studenti. Avere giovani generazioni consapevoli su queste tematiche significa costruire un futuro migliore per la nostra società”.
I PROGETTI – I progetti finanziabili devono essere sviluppati e attuati sul territorio regionale e devono essere finalizzati alla realizzazione di:
– ‘orti didattici’: aree verdi all’interno dei plessi scolastici o su appezzamenti di terreni resi disponibili da enti pubblici e privati o aziende agricole, destinate alla formazione degli studenti a pratiche ambientali sostenibili e all’educazione agro-alimentare;
– ‘orti sociali periurbani’: appezzamenti di terreni nelle aree periferiche delle città che vengono suddivisi in particelle da assegnare a singoli cittadini come strumento di aggregazione sociale per gli anziani e di sostegno alle categorie sociali più deboli; si definiscono periurbani tutti i terreni che non rientrano nella definizione di Tessuto Urbano Consolidato;
– ‘orti urbani’: tasselli verdi all’interno dell’agglomerato cittadino (ovvero entro i confini del Tessuto Urbano Consolidato, L.R. 12/2005) che vengono suddivisi in particelle da assegnare a singoli cittadini con lo scopo di contribuire al recupero di aree abbandonate o sottoutilizzate dalle città, configurandosi come innovativi elementi del paesaggio urbano contemporaneo e come possibile strumento di aggregazione sociale;
– ‘orti collettivi’: appezzamenti di terreni gestiti da associazioni, individuati quale luogo di pratica ortofrutticola, organizzati con la finalità di dare l’opportunità a chi non ha un orto e non ha sufficienti conoscenze tecniche di beneficiare dei prodotti di un lavoro collettivo.
I progetti possono riguardare anche ampliamenti di interventi già esistenti, purché l’area di ampliamento non sia di dimensioni inferiori a quelle minime indicate nei paragrafi a seguire. Gli orti devono essere realizzati su terreni fertili e non inquinati, che non siano coinvolti in procedimenti amministrativi di altra natura (destinati, per esempio, a ospitare opere di compensazione realizzate da soggetti privati). I terreni dovranno inoltre non essere soggetti a un cambio di destinazione d’uso per i successivi cinque anni. I progetti prevedono l’applicazione di tecniche di agricoltura sostenibile.