In occasione della riunione che si è tenuta recentemente alla sede Mipaaft sulle tematiche fitosanitarie e sull’implementazione del regolamento UE 2016/2031 del 26 ottobre 2016 circa le misure di protezione contro gli organismi nocivi per le piante, Confagricoltura ha ribadito le sue posizioni in materia. Ci si accinge a modificare il regime in vigore, che è stato criticato per non essere stato in grado di fermare l’afflusso di nuovi organismi nocivi provenienti da altri Paesi. Il nuovo sistema, come è emerso dalla riunione al Mipaaft, prevede una seria di novità e sembra andare nella direzione di una stretta sui controlli, di un più accurato monitoraggio del territorio e di un efficientamento del sistema ispettivo, nonché di un sistema di certificazione della tracciabilità alquanto complesso. Questo tuttavia comporterebbe inevitabilmente maggiori oneri e costi da sostenere, anche per le imprese.
Confagricoltura, se da un lato ha apprezzato il confronto avviato dal ministero, di cui si sentiva la necessità, dall’altro ha sollevato alcune questioni che vanno valutate con attenzione. La posizione di Confagricoltura è così riassumibile:
– l’introduzione della tracciabilità è legata inevitabilmente a maggiori costi e vanno valutati attentamente gli oneri ad essa connessi. Va verificato assieme all’Amministrazione ed agli operatori quali sono i vantaggi a fronte di sicuri maggiori oneri;
– occorre capire quanti passaporti in più dovremmo emettere rispetto alla situazione attuale. Da ciò inevitabili i possibili rischi per la competitività dalla complicazione amministrativa e che dobbiamo ovviamente evitare;
– Confagricoltura evidenzia comunque quanti e quali problemi si devono affrontare per ciascuno dei prodotti vegetali destinati all’export. Le procedure sono estremamente complesse e lunghe e questo non giova certo al nostro export. Le nuove regole possono essere interessanti se ad esempio una tracciabilità delle produzioni può consentire di superare tutte queste procedure di accesso sui nuovi mercati;
– è positiva infine la novità inerente la dotazione finanziaria comunitaria destinata ai rimborsi che si confida siano adeguati a ristoro delle conseguenze negative sugli operatori;
– in complesso per Confagricoltura è positiva l’impostazione ambiziosa su cui il Mipaaft sta lavorando ma si deve puntare sempre di più sul coinvolgimento degli operatori: prima di tutto per la conoscenza e la formazione. Si può e si deve, ad avviso di Confagricoltura, lavorare in un’ottica di sussidiarietà affiancando competente pubbliche al contributo degli operatori privati;
– infine, non può mancare un’annotazione sull’impostazione generale di Bruxelles, che ancora si basa sul principio del mercato “aperto”, con la possibilità di bloccare le importazioni sospette o pericolose. Purtroppo questa impostazione è ancora “troppo aperta” e rischia, come è stato in passato, di aprire le porte a nuovi patogeni e organismi nocivi. Un rischio che non ci possiamo permettere e che non trova un contro-altare nell’approccio dei Paesi terzi, che sono invece per principio “chiusi” e che richiedono complesse procedure e controlli prima di far accedere del materiale vegetativo nei loro territori.
Confagricoltura è per una effettiva reciprocità e bilanciamento delle valutazioni del rischio. L’esempio delle importazioni di agrumi dai Paesi Terzi e i mancati controlli e blocchi delle importazioni la dicono lunga sulla strada da fare. La Confederazione auspica pertanto – come ha sottolineato in sede Mipaaft – che questa riforma aiuti a superare l’attuale situazione di evidente squilibrio.