“Oggi visita alla Ferrero azienda italiana che promuove contratti di filiera con l’agricoltura italiana”. Con un tweet sul suo profilo il ministro Gian Marco Centinaio, racconta l’incontro avvenuto oggi all’azienda italiana con sede ad Alba, dove fra l’altro si svolge l’ultimo weekend della Fiera internazionale del Tartufo Bianco e che ha visto la visita del ministro nella mattina di oggi. Un’azienda, ci tiene a precisare il ministro, che ha attivato “la filiera della nocciola e da pochi giorni anche quella dello zucchero”.
Della filiera della nocciola italiana per la Ferrero ne avevamo parlato nei mesi scorsi (leggi l’articolo completo). L’Italia rappresenta oggi il secondo player a livello mondiale con una quota di mercato di circa il 12% della produzione globale di nocciola e segue a distanza la Turchia che rappresenta il 70% del mercato complessivo. L’Italia però ha un grande potenziale di sviluppo grazie ad un territorio che, da Nord a Sud, è particolarmente vocato alla coltivazione di eccellenti varietà di nocciola.
Ad oggi in Italia vengono dedicati oltre 70.0000 ettari di terreno alla coltura della nocciola, con una produzione media di nocciola in guscio di circa 110.000 tonnellate/anno (dato medio/anno ultimi 10 anni). L’obiettivo auspicato dal Piano Nocciola Italia è quello che, entro il 2025, 20.000 ettari di nuove piantagioni di noccioleto (+30% circa dell’attuale superficie) possano essere sviluppate. Sebbene la Ferrero Hazelnut Company soddisfi i propri bisogni di nocciole fornendosi da aree produttive localizzate in varie parti del mondo, mediante il Progetto Nocciola Italia una specifica attenzione sarà rivolta alla produzione italiana.
Attraverso il modello di crescita del Progetto Nocciola Italia, si intendono creare le condizioni per una concreta opportunità di riconversione e valorizzazione di ampie superfici del nostro territorio. Il progetto si articola su alcuni princìpi cardine: Valorizzazione vivaistica, fondamentale per costituire nuovi frutteti con le opportune garanzie fitosanitarie e di futura redditività; Qualificazione terreni, per produrre mappe di vocazionalità in accordo con le Regioni proprietarie dei dati di base ed individuare così i migliori areali da destinare a questa nuova filiera; Tracciabilità e sostenibilità, caratteristiche fondamentali per la valorizzazione delle produzioni di una agricoltura che guarda al futuro; Accordo di filiera, per sostenere il progetto mediante un impegno all’acquisto delle produzioni nel lungo periodo.