«Un risultato senz’altro positivo per il sistema agroalimentare italiano». E’ la valutazione espressa dal presidente della Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, sull’esito dell’odierna riunione straordinaria del Consiglio europeo.
Sulla base dell’accordo di recesso approvato dai capi di Stato e di governo i nostri prodotti potranno essere venduti liberamente sul mercato del Regno Unito fino alla conclusione, il 31 dicembre 2020, del periodo di transizione che, peraltro, potrebbe essere oggetto di proroga.
«Grazie all’efficace azione svolta dalla delegazione italiana, che ha accolto le nostre sollecitazioni – ha sottolineato Giansanti – tutte le indicazioni geografiche continueranno ad essere riconosciute e tutelate anche dopo il recesso britannico».
«Per quanto riguarda le future relazioni tra la UE e il Regno Unito – ha aggiunto il presidente della Confagricoltura – è di grande rilievo l’impegno bilaterale a garantire la libera circolazione di tutte le merci senza tariffe e restrizioni quantitative. Prevista anche la protezione delle rispettive indicazioni geografiche».
Resta l’incertezza legata all’esito del voto parlamentare nel Regno Unito. «In caso di bocciatura dei testi concordati a Bruxelles – ha concluso Giansanti – ogni iniziativa dovrà essere considerata per scongiurare l’uscita del Regno Unito senza un accordo. Il ritorno dei dazi e dei controlli doganali dal 30 marzo prossimo avrebbe pesanti conseguenze per l’economia nel Regno Unito e a livello europeo».
Confagricoltura ricorda che quello del Regno Unito è il quarto mercato di sbocco per il “Made in Italy” agroalimentare con un fatturato annuo di circa 3,5 miliardi di euro. L’incidenza dei prodotti a indicazione geografica e di qualità si attesta attorno al 30 per cento del totale.