«La decisione dell’Unione Europea di ridurre a circa 4kg, contro gli attuali 6kg, la quantità massima di prodotti fitosanitari a base di rame utilizzabili annualmente per ettaro, per un totale di massimo 28kg l’ettaro in sette anni, non va nella direzione di una maggiore salubrità degli alimenti, ma costringe l’agricoltura, in particolare quella biologica e integrata, a una minore difesa delle colture». Così il coordinamento di Agrinsieme dopo il rinnovo dell’autorizzazione all’uso dei composti rameici in agricoltura a livello comunitario deciso dal Comitato permanente per le piante, gli animali, gli alimenti e i mangimi dell’UE (SCOPAFF).
«Si tratta di una decisione estremamente dannosa per le colture mediterranee, come la vite e l’ortofrutta, per le quali l’uso dei composti rameici è centrale in funzione della lotta alle patologie fungine e batteriche”, sottolinea il coordinamento che riunisce Cia-Agricoltori Italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, ad avviso del quale “quello utilizzato dall’Unione Europea è un approccio miope, che non tiene conto delle possibili ricadute di tale riduzione, soprattutto nel delicatissimo mondo della difesa fitosanitaria delle produzioni convenzionali, e soprattutto biologiche e integrate».
«Tutta l’agricoltura, e soprattutto quella che si sforza di produrre secondo criteri che guardano a un minore impatto ambientale, sembra così venire penalizzati dall’Unione Europea, senza peraltro poter disporre di valide alternative”, prosegue Agrinsieme, secondo cui “è necessario potenziare la ricerca scientifica per riuscire a trovare sostituti dei prodotti rameici a basso impatto ambientale e per selezionare varietà resistenti alle fitopatie più diffuse».
«A questo proposito il coordinamento, che è già intervenuto sul tema con numerose sollecitazioni, richiedendo fra l’altro che la riduzione fosse modulata tenendo conto delle differenze a livello di fasce climatiche, ribadisce la propria disponibilità a collaborare con i ministeri competenti, il mondo scientifico e altri stakeholders, per lo sviluppo e la diffusione di soluzioni strutturali di medio periodo, come la ricerca di prodotti alternativi o integrativi al rame, e la costituzione e il rilascio di varietà tolleranti o resistenti alle malattie fungine», conclude Agrinsieme.