Nel Food Parma, Modena e Reggio Emilia sono seguite da Brescia e Mantova. Nella Top ten cresce Caserta. Tra le province del vino trainano Verona e Treviso: seguono Cuneo, Vicenza e Siena. E quanto emerge dall’analisi territoriale del Rapporto 2018 Ismea Qualivita, presentato oggi a Roma (LEGGI)
Non esiste neanche una provincia in Italia in cui non vi sia una ricaduta economica delle filiere IG. Le analisi territoriali sugli impatti economici per provincia italiana dei prodotti DOP IGP, mostrano un comparto che coinvolge capillarmente tutto il Paese anche se è forte la concentrazione del valore: le prime aree del Nord-Est contano la maggioranza dei distretti più rilevanti economicamente e le prime 4 regioni generano il 65% del valore totale delle IG.
Eppure sono molti i territori che hanno beneficiato della forte crescita delle proprie filiere di riferimento, anche delle produzioni più piccole, che esprimendo al massimo il proprio potenziale, riescono a trainare il settore agroalimentare di qualità da nord a sud del Paese.
L’infografica sulla ricaduta economica delle filiere DOP IGP sui territori di produzione mostra per ognuna delle 20 regioni italiane l’impatto economico del settore IG.
REGIONI – IMPATTO ECONOMICO IG Veneto prima regione affiancata da Emilia-Romagna. Nel nord si concentrano i distretti più rilevanti economicamente e le prime 4 regioni fanno il 65% del valore totale delle IG. Nel Food Emilia Romagna e Lombardia trainano, bene la Campania (regione del sud al terzo posto assoluto). Nel Wine Veneto “regina” per valore seguita da Toscana e Piemonte.
PROVINCE – IMPATTO ECONOMICO IG È Parma la provincia più “ricca”. Nel Food questa guida le città di Emilia-Romagna e Lombardia (ma nella Top ten anche Udine, Caserta e Bolzano): Caserta prima città del Sud. Nel Vino trainano Verona e Treviso cui seguono Cuneo, Vicenza e Siena. Messina, Lecce e Palermo le sole città del sud nella fra le prime venti.