Agricoltori pugliesi sul piede di guerra: il 4 gennaio a Bari scenderanno in piazza per le mancate risposte agli appelli per il riconoscimento dello stato di calamità naturale in seguito alle gelate dell’inverno scorso che hanno duramente colpito l’olivicoltura regionale. A marzo 2018, infatti, le temperature erano scese al punto da ghiacciare oltre 90mila ettari tra le province di Bari-Bat e Foggia, dove l’olivicoltura è l’asse portante dell’economia regionale. In seguito al maltempo, da quelle piante non è stato più possibile ricavare olive.
«La situazione è disastrosa, senza precedenti – si legge nella petizione lanciata da Confagricoltura con Agrinsieme e le altre associazioni del settore olivicolo, che ha già ottenuto migliaia di firme – e rischia di mettere in ginocchio tutto il settore agricolo pugliese, già fortemente colpito dalla Xylella. Basti soltanto pensare alle migliaia di giornate di lavoro perse, all’attività ridotta praticamente a zero dei frantoi».
Gli agricoltori lamentano il fatto che non si sia arrivati alla declaratoria di stato di calamità che avrebbe premesso di attivare le misure di emergenza e sbloccare le risorse necessarie a fronteggiare la situazione.
«Non si tratta di una questione esclusivamente pugliese – precisa Donato Rossi, componente della Giunta confederale – ma nazionale, poiché in questo territorio vengono prodotti quantitativi elevati di olio extravergine di oliva di alta qualità, uno dei più forti simboli del Made in Itay agricolo. Se non si attivano il Fondo di solidarietà nazionale o le norme della legge 102/2004, avviabili solo con il riconoscimento dello stato di calamità, – ricorda Rossi – la crisi si estenderà ai prossimi anni, con conseguenze devastanti per il comparto e tutta l’agricoltura». La protesta del 4 gennaio a Bari sarà preceduta il giorno 2 da un coordinamento regionale per definire i dettagli della manifestazione, che si preannuncia imponente e non esclude ulteriori sviluppi romani.