Eccezionale scoperta archeologica in Valpolicella: in località San Giorgio, è stata trovata una stele di epoca romana, davvero una rarità per la zona, che conta pochi ritrovamenti del genere e che ha già destato l’interesse di Università e Soprintendenza di Verona. Il frammento di epigrafe, che porta incisa la parola “Aqua”, si trovava tra le pietre che componevano un tratto di muro a secco crollato, oggetto di una lezione pratica del corso di recupero delle murature in pietra a secco in Valpolicella, organizzato dall’Istituto Salesiano San Zeno – Scuola del marmo di Sant’Ambrogio della Valpolicella (Issz) e riconosciuto dalla Regione del Veneto, con il sostegno, tra gli altri, di Cantina Valpolicella Negrar – La Scuola nel Vigneto.
Conservata nell’antiquarium di San Giorgio in attesa che venga studiata. “Dopo le analisi preliminari dell’Università di Verona e della Soprintendenza, dal tipo di iscrizione possiamo presumere che la stele servisse a indicare un luogo in cui si trovava dell’acqua, oppure che potesse indicare la proprietà della sorgente, lo sapremo meglio dopo che gli studiosi l’avranno analizzata”, spiega l’architetto Michele Moserle, coordinatore e docente del corso, nonché membro Itla, sezione italiana dell’Alleanza mondiale per i paesaggi terrazzati. Che, trovandosi sul luogo al momento del ritrovamento da parte degli allievi del corso, dopo averlo segnalato alla Soprintendenza, ha trasportato con molta cura la pesante steleall’interno dell’antiquarium di San Giorgio, grazie alla volontà espressa dalla proprietaria del terreno di concederla in comodato d’uso alla struttura museale. L’Issz realizzerà a breve una copia in pietra del reperto storico, che sarà collocata in una nicchia appositamente predisposta nel muro a secco in avanzata fase di recupero grazie al corso, che sarà ultimato entro i primi mesi del 2019.
Nuovo corso a Primavera 2019. “I muretti a secco della Valpolicella sono secolari e, a saperli leggere, rivelano la storia di un territorio e della sua gente. Un tempo si riutilizzava tutto e dunque anche la preziosa stele romana è servita a comporre un pezzo di muretto a secco”, afferma Anna Trevisani, dell’Istituto Salesiano San Zeno e docente del corso. Che rivela come il recente riconoscimento a patrimonio immateriale dell’umanità Unesco dell’arte costruttiva dei muretti a secco abbia acceso l’interesse non solo di agricoltori e appassionati, ma anche di giovani edili, che vogliono in questo modo aumentare la loro professionalità. Per questo, la prossima Primavera, l’Izzve riproporrà il corso, in collaborazione conCantina Valpolicella Negrar, in forma ridotta di 32 ore (4 sabati per 8 ore al giorno), in modo da agevolare la partecipazione di chi lavora(informazioni scuolarestauro@sanzeno.org tel. 045-8070121).
Muretti a secco, patrimonio Unesco, determinanti per il successo vitivinicolo, anche futuro, della Valpolicella. “Intendiamo proseguire la collaborazione con Cantina Valpolicella Negrar, che è stata di grande supporto nella realizzazione del corso”, specifica la docente. Oltre al contributo economico fornito dalla cantina nell’ambito de La Scuola nel vigneto, Claudio Oliboni, tecnico di campagna della cantina, ha fornito ai corsisti una panoramica storico-geografica del territorio, spiegando, tra l’altro, come in Valpolicella i terrazzamenti abbiano sempre consentito al territorio di esprimere il meglio di sé, mantenendo occupazione, reddito, vivibilità, ospitalità, bellezza. E che la buona sistemazione del suolo conterrazzamenti, diventerà sempre più importante per far fronte ai futuri scenari legati al cambiamento climatico.