Strumenti sempre più adeguati alle esigenze del mercato e degli operatori per promuovere e valorizzare eccellenze del territorio italiano, come l’Aceto Balsamico di Modena, rinomato in tutto il mondo per le sue peculiarità ma anche molto imitato. E proprio per evitare questi spiacevoli “inconvenienti” che il Consorzio Tutela Aceto Balsamico di Modena è da anni impegnato in battaglie, anche legali, a cui si affiancano attività di comunicazione e promozionali in Italia e all’estero per raccontare un prodotto che racchiude in sé la storia e le tradizioni di un’intera terra.
Consorzio Tutela Aceto Balsamico di Modena sarà presente a Siena il 5 febbraio per il Kickoff di Qualivita in cui si farà il punto sulle indicazioni geografiche e sulle opportunità di crescita del sistema delle denominazioni.
Ad agricultura.it il direttore generale Federico Desimoni
Quale è il bilancio per l’anno del 2018? «Il 2018 è iniziato all’insegna di una grande criticità: la pessima vendemmia 2017. Come tutti sanno nel 2017 la disponibilità di uva da destinare alla produzione di vino, di mosto e di aceto di vino, quindi anche di Aceto Balsamico di Modena ha visto una riduzione media europea di circa il 30%. Quindi, l’anno è iniziato con grandi problemi legati proprio alla disponibilità di materia prima anche per il nostro comparto e a conseguenti rialzi importanti dei prezzi sia di mosto cotto che di aceto di vino. Questa situazione congiunturale ha portato anche al nostro settore, come in quello del vino, ad una flessione produttiva che fortunatamente è stata compensata da un aumento almeno uguale del fatturato. Per quanto riguarda invece le attività del consorzio anche il 2018 è stato un anno importante caratterizzato da un’intensa attività di comunicazione e di diffusione della cultura del prodotto svolta attraverso eventi, relazioni pubbliche e con i media, collaborazione con il mondo dei food blogger e strategie digital sempre più mirate. Quindi attività crossmediale e transmediale. Da segnalare l’importante progetto di comunicazione in atto negli Stati Uniti che quest’anno a coinvolto anche un’importante collaborazione con alcune scuole di cucina americane. Il 2018 è stato un anno importantissimo anche per quanto riguarda l’attività di vigilanza e tutela legale della denominazione Aceto Balsamico di Modena. In particolare, a livello nazionale abbiamo raggiunto un grande obiettivo: una prima sentenza del tribunale di Bologna che ha riconosciuto l’evocatività del termine “balsamico” utilizzato per prodotti diversi dall’IGP. Mentre a livello comunitario siamo finalmente riusciti a raggiungere il massimo grado di giudizio: la Corte di Giustizia dell’Unione Europea, che sarà chiamata a giudicare un contenzioso nato in Germania alcuni anni fa».
Quali sono le prospettive per il 2019? «La prospettiva produttiva è certamente in miglioramento anche perché la vendemmia 2018 è stata ottima e il mercato delle materie prime ha ritrovato stabilità. Quest’anno, oltre a proseguire le strategie di comunicazione e promozione, si iniziano a programmare nuovi progetti e strategie: progetti di comunicazione dedicati al mercato europeo attraverso i finanziamenti comunitari dei PSR e nazionali del Mipaaft; progetti di ricerca e innovazione in collaborazione con importanti centri di ricerca e con università sempre attraverso i PSR; progetti di vigilanza in collaborazione con ICQRF. A livello internazionale, prosegue il piano triennale di comunicazione negli Stati Uniti e già si pensa a presentare un nuovo progetto triennale per il periodo 2019-2021. Infine, continua la strategia di potenziamento delle azioni a livello di “digital communication”. L’attività di tutela e vigilanza verranno, nel corso dell’anno, ulteriormente potenziate. Ai vari procedimenti in corso se ne affiancheranno altri sia di natura civile che amministrativa. Inoltre, la procedura pendente presso la Corte di Giustizia dell’Unione Europea entrerà nel vivo e, prima della fine dell’anno, potrebbe esserci anche qualche novità o, perlomeno, le conclusioni dell’avvocato generale della Corte».
Quale è il futuro delle Dop e delle Igp? «Per il nostro futuro è di fondamentale importanza migliorare la struttura organizzativa, di mercato, legislativa e burocratica attraverso strumenti sempre più adeguati alle esigenze del mercato e degli operatori. In questo, il nuovo regolamento della PAC assumerà una grande importanza, così come il lavoro del Ministero e delle Regioni e come quello dei Tribunali e, in primis, della Corte di Giustizia dell’Unione. Detto questo, però, dobbiamo anche riconoscere che il salto di qualità del nostro mondo necessita di una rinnovata coscienza dei valori che i prodotti DOP e IGP, della cultura, della ricchezza di contenuti oltre che di qualità che i nostri prodotti sanno esprimere ovunque nel mondo. E, insieme a questa nuova consapevolezza, della capacità di raccontare questa ricchezza multiforme. Come sistema Italia dobbiamo riprendere la strada della narrazione, imparare davvero ad inserire le nostre produzioni di qualità in un contesto di storytelling che sappia trasportare i consumatori in un mondo fatto di prodotti, qualità, territori, ma anche di cultura, di valori, eticità e sostenibilità che certamente li affascinerà e li coinvolgerà. Non dobbiamo inventare nulla perché ogni prodotto porta in sé già tutti questi elementi necessari a costruire vere e proprie narrazioni, dobbiamo semplicemente imparare a raccontare e a raccontarci.
Il 4 e 5 febbraio sarete a Siena per partecipare all’evento Kickoff di Qualivita.«L’evento di Siena è di capitale importanza perché torna a sottolineare che i prodotti DOP e IGP sono un patrimonio pubblico perché tutelano interessi generali e collettivi di comunità territoriali. Difendere e promuovere tali prodotti significa difendere e promuovere, non solo il mondo produttivo, non solo i consumatori, ma le comunità locali, i territori e la loro cultura e tradizione. Quindi, lo svolgimento al meglio di quest’attività è responsabilità tanto dei consorzi quanto delle istituzioni nazionali, regionali e locali e del mondo associativo, pubblico e privato. Proprio per questo si deve lavorare molto per costruire un modello collaborativo sia a livello strategico che operativo che permetta di focalizzare obiettivi e risorse e che orienti le attività tanto dei singoli settori quanto del comparto nel suo insieme. Eventi come questi devono aiutarci a ritrovare, o forse, a costruire una nuova visione e a darci una rinnovata missione che sia comune, condivisa e quindi sappia coinvolgere e stimolare tutti. Il settore dei prodotti DOP e IGP è certamente un importante asset economico, ma, non dimentichiamo, che ha un egual importanza a livello culturale e identitario del nostro Paese. Se ben integrato con i segmenti del turismo, della cultura, della bellezza dei luoghi, può diventare un elemento di “differenziazione” tra la proposta generica di molti Paesi, anche europei, e la “via italiana”».