«Il ripristino della clausola di salvaguardia è un risultato importante, ma non dobbiamo considerarlo un traguardo, bensì un punto di partenza». E’ quanto sostiene il presidente della Federazione Nazionale Riso di Confagricoltura, e presidente di Confagricoltura Vercelli e Biella, Giovanni Perinotti, in occasione della visita odierna del ministro Gian Marco Centinaio in Piemonte, nella patria del riso.
A pochi giorni dall’entrata in vigore dei dazi per le importazioni da Cambogia e Myanmar, i risicoltori italiani si confrontano con il ministro a Vercelli e Novara, con l’obiettivo principale di ripartire con slancio, costruendo una filiera riso che ripristini gli equilibri produttivi e commerciali.
Nel 2018, in Italia, le superfici dedicate sono diminuite del 5% rispetto all’anno precedente, attestandosi intorno ai 218mila ettari coltivati da quasi 4mila aziende. In Europa, in cinque anni, la quota di mercato del riso si è ridotta dal 61% al 29%, le superfici quasi del 40%, e le importazioni da Cambogia e Myanmar senza tariffe doganali sono lievitate da 27mila a 300mila tonnellate.
«Già da oggi, con i dazi attivi per tre anni (in modo decrescente), è indispensabile darsi da fare per costruire la filiera e renderla competitiva – afferma la presidente di Confagricoltura Novara e VCO e vicepresidente regionale Paola Battioli – Il mondo agricolo deve essere più compatto e fare maggiore sistema nelle trattative con l’industria risiera. Insieme dobbiamo cercare di valorizzare al massimo il riso italiano, garantendo sempre alta qualità e tracciabilità del prodotto».
«Dobbiamo fare un lavoro di squadra – ribadisce Perinotti – così come è successo in Europa insieme agli altri player per il ripristino della clausola di salvaguardia. Per noi agricoltori – conclude – una delle priorità sarà anche quella di programmare semine varietali chiare, sostenute da remunerazioni certe e non in balia delle minime oscillazioni di mercato».