L’agricoltura non deve essere lasciata fuori dalla discussione sulla Blockchain. Cia-Agricoltori Italiani esprime soddisfazione per l’insediamento dei gruppi di esperti sul tema al Ministero dello Sviluppo economico, sottolineando che il settore primario può essere una leva strategica nei progetti legati all’innovazione in questo ambito, in particolare il biologico.
Con la Blockchain è possibile costruire l’agroalimentare italiano del futuro -spiega Cia-. L’uso in agricoltura di tale tecnologia, ad esempio, sarebbe molto utile per incentivare miglioramenti e semplificazioni dei processi operativi di produzione, preparazione e distribuzione di un prodotto. Favorendo l’aggregazione di reti e filiere agroalimentari.
La Blockchain, infatti, è un’infrastruttura digitale perfetta per gestire banche dati in maniera diffusa, senza la presenza di un’autorità di controllo dei dati e di gestione dei flussi di informazione -continua Cia- però in grado di garantire la tracciabilità assoluta, ricorrendo al processo di concatenazione (chain) che porta ogni transazione (block) ad accodarsi alle precedenti senza permettere retroattivamente alcuna modifica.
Soprattutto il “bio” può considerarsi in linea con le tendenze della Blockchain, avendo già sperimentato piattaforme di raccolta dati, integrabili lungo tutto l’iter produttivo. In questo senso, la Blockchain arriverebbe a supportare il mondo agricolo anche in materia di sicurezza alimentare, tutelando il rapporto con i cittadini-consumatori che avrebbero la possibilità di consultare in totale trasparenza tutte le informazioni raccolte nella filiera e relative a un prodotto.
Ecco perché Cia ritiene che l’agricoltura debba essere parte attiva nel confronto istituzionale e scientifico sullo sviluppo della Blockchain, che apre nuove e importanti opportunità al settore in materia di innovazione e sostenibilità.