Quasi 1500 tra domande di partecipazione e iscrizioni, 99 gli allievi che hanno frequentato i corsi di formazione, oltre 350 i partecipanti ai seminari formativi, 18 application alla call per idee di impresa innovative per la filiera agrumicola siciliana che ha decretato un vincitore e due menzioni speciali. Sono questi i “numeri” del progetto “Social Farming 2.0 – Agricoltura sociale per la filiera agrumicola siciliana” che si è concluso lo scorso dicembre e i cui risultati sono stati presentati oggi nell’Italian Fruit Village all’interno di Fruit Logistica, la più grande manifestazione di settore in Europa, in corso a Berlino.
Il progetto “Social Farming 2.0”, realizzato dal Distretto Agrumi di Sicilia e Alta Scuola Arces con il contributo non condizionato di The Coca-Cola Foundation, anche in questa seconda edizione ha puntato sulla formazione tecnico-professionale-imprenditoriale richiesta in alcuni ambiti specifici dal comparto agrumicolo in Sicilia, regione con la maggiore estensione di coltivazioni agrumicole in Italia.
“L’agricoltura – afferma Alessandra Pesce, sottosegretario alle Politiche agricole, alimentari, forestali – non è soltanto un’attività produttiva, ma ha anche un altissimo valore di inclusione sociale. Ed è questo il messaggio che viene da Social Farming dove si mettono insieme le eccellenze produttive, la valorizzazione del turismo e la componente sociale per lo sviluppo del territorio. Questa iniziativa deve essere portata ad un’attenzione nazionale e appena convocheremo l’Osservatorio sull’Agricoltura Sociale, subito dopo la pubblicazione del relativo decreto in Gazzetta ufficiale, vi chiederò di presentare questa esperienza al partenariato allargato che compone l’Osservatorio, i ministeri del Welfare e quello delle Politiche Agricole, Alimentari, Forestali e del Turismo e tutte le parti sociali”.
“Con il Distretto collaboriamo sin dal nostro insediamento – dice Edy Bandiera, assessore all’Agricoltura della Regione Sicilia – e questo progetto dimostra quanto sia importante l’inclusione sociale. Tanto che su questo tema il governo regionale sta lavorando ad appositi bandi con uno stanziamento di 5 milioni di euro. Sul fronte dei Distretti, per superare una situazione di impasse che si è venuta a creare, pochi giorni fa ho firmato un decreto per l’istituzione dei Distretti del Cibo, così da mettere insieme, agricoltura, territorio e turismo per valorizzare al meglio le nostre eccellenze e i nostri imprenditori”. E infatti, il Distretto Agrumi di Sicilia ha già deliberato di richiedere il riconoscimento anche come Distretto del Cibo.
Tutte le attività del progetto Social Farming sono state gratuite e rivolte sia a soggetti “deboli” sul mercato del lavoro, donne, giovani, migranti, disoccupati sia agli operatori del settore, puntando all’inclusione sociale e a creare nuove opportunità di lavoro all’interno della filiera agrumicola siciliana. Dalle figure tecniche a quelle che puntano all’imprenditorialità sono stati tanti gli ambiti di formazione: dall’agrumicoltura biologica alle tecniche di coltivazione, dalla comunicazione per l’azienda agrumicola al turismo relazionale integrato, nuova frontiera dell’agrumicoltura che si lega all’accoglienza, per quanto riguarda i corsi di formazione teorico-pratici; risorse idriche, management, agricoltura sociale, etichettatura e trasformazione, strumenti per l’incrocio tra domanda e offerta di lavoro nel comparto, e-commerce, confronto con i competitors sui mercati euromediterranei, legislazione del lavoro, ruolo di Gal e organizzazioni di categoria, per quanto riguarda invece i seminari formativi.
In più, la call for ideas “Agrorà Innovation” che ha visto vincere il progetto Agragliette, per il riutilizzo di scarti dalla produzione di agrumi, ideato da tre giovani laureati siciliani, Simone Forte, Francesca Campanella e Daniela Trippa.
“Anche quest’anno il progetto Social Farming ha risposto ai bisogni della filiera: da un lato, ricevere formazione in alcuni ambiti specifici di cui gli stessi imprenditori agrumicoli sentono necessità e, dall’altro, trasmettere know-how per valorizzare esperienze e conoscenze come nel caso della bio-fabbrica di Ramacca per la lotta integrata in agricoltura biologica”, spiega Federica Argentati, Presidente del Distretto Agrumi di Sicilia. “Favorire l’inclusione di soggetti più deboli sul mercato del lavoro – aggiunge Argentati – si integra alla nostra visione di agricoltura sociale. Ma sociale significa anche aprire il mondo della produzione agrumicola alla società, e non è un caso che uno dei corsi di formazione sui cui abbiamo puntato molto sia quello su “Le Vie della Zagara”, progetto del Distretto e dell’associazione Gusto di Campagna per la promozione del turismo relazionale integrato nei territori agrumetati siciliani. E non è stato un caso che alle attività che abbiamo proposto abbiano partecipato con grande interesse molte donne: ben 44 hanno frequentato i corsi di formazione, 137 i seminari formativi”.
“La presentazione dei risultati del Progetto Social Farming 2.0, all’interno dell’Italian Fruit Village al Fruit Logistica 2019 – aggiunge Dario Costanzo, Project Manager di Arces – vuole testimoniare l’interesse di Arces verso una filiera, quale quella agrumicola, che rappresenta un importante settore dell’economia siciliana, anche dal punto di vista occupazionale. Le innovazioni tecnologiche legate alle fasi della produzione, della trasformazione e della commercializzazione, impongono l’acquisizione di competenze sempre più specializzate da parte degli addetti, aprendo spazi di lavoro di sicuro interesse, soprattutto per i giovani. Grazie al Distretto Agrumi di Sicilia e a The Coca Cola Foundation, Arces è partecipe di questo processo formativo, mettendo a disposizione della filiera le competenze professionali e organizzative della sua Alta Scuola”.
“I risultati ottenuti dalla seconda edizione di Social Farming confermano che la scelta di The Coca-Cola Foundation di proseguire in continuità si sia rivelata giusta – afferma Cristina Broch, Direttore Comunicazione e Relazioni Istituzionali Coca-Cola Italia –. Fin dall’inizio abbiamo creduto fortemente in questo progetto, che è coerente con la nostra volontà di promuovere iniziative di impulso alle comunità e di valorizzazione dei territori in cui siamo presenti. Grazie a Social Farming nuove opportunità di formazione e lavoro sono nate in Sicilia, una regione che per noi è di vitale importanza, dal momento che proprio da qui provengono le arance per la nostra Fanta, nata in Italia nel 1955 e che ancora oggi è preparata con succo di arance 100% italiane”.
“Social Farming – spiega Giuseppe Pasciuta, presidente del Consorzio di tutela dell’arancia di Ribera Dop e vice presidente del Distretto Agrumi di Sicilia – anche in questa seconda edizione è stata un’opportunità per informare e formare la filiera agrumicola siciliana, con iniziativa partecipate e di alta levatura che hanno permesso di maturare conoscenze e acquisire know-how in molti ambiti specifici, dall’agrumicoltura biologica alle tecniche di coltivazione sino alla ricettività turistica e alle normative sulla qualità. In tempi in cui il servizio di assistenza tecnica pubblico non riesce a soddisfare tutte le esigenze provenienti dai territori, progetti come Social Farming, seppure non possano da soli affrontare le richieste di tutta l’agricoltura siciliana, sono fondamentali perché c’è sempre bisogno di formazione e informazione”.
“La formazione e la conoscenza – afferma Elena Albertini, vice presidente del Consorzio di tutela dell’arancia rossa di Sicilia Igp e consigliere d’amministrazione del Distretto Agrumi di Sicilia – sono indispensabili per gestire il presente e cogliere le opportunità del futuro garantendo apertura, solidità e proattività al cambiamento e alle sfide. Un progetto come Social Farming 2.0 che tende ad accrescere l’occupazione in Sicilia, diffondendo il concetto di responsabilità sociale nella filiera, è allo stesso tempo una sfida e uno stimolo per le nostre aziende”.