“L’unione fa la forza”, con questa frase Giuliano Oldani, presidente dell’Associazione Provinciale delle Imprese di Meccanizzazione Agricola – Apima di Milano, Lodi, Como e Varese ha aperto l’assemblea annuale alle porte di Milano. “La relazione che un presidente di una associazione di agromeccanici dovrebbe sempre fare”, ha commentato il presidente Nazionale di Uncai Aproniano Tassinari. “Solo una gestione 4.0 delle aziende agromeccaniche permette lo sviluppo di una rete di sevizi professionali”.
Un risultato economico comune L’invito è di abbandonare la comfort zone che per un agromeccanico è il trattore e l’adagio ”abbiamo sempre fatto così” per prestare più attenzione al controllo di gestione aziendale, all’analisi dei dati che provengono dal campo e dalle macchine, alla parnership con gli agricoltori, i costruttori, gli agronomi e, soprattutto, con gli altri contoterzisti. “Il nostro cruscotto aziendale deve comprendere la disponibilità dei nostri colleghi a collaborare al raggiungimento di un risultato economico comune, condividendo i mezzi durante i picchi di lavorazione, programmando la durata della campagna agricola e superando insieme i problemi di fermo macchina”, ha illustrato Oldani: “Attraverso un portale internet e una app dei contoterzisti possiamo risolvere molti problemi della nostra categoria. La sharing economy non è comunismo, ma significa generare più economia e profitto con le risorse che ciascuno possiede”. “L’agricoltura 4.0 non deve però penalizzare nessuno, integrando sia il piccolo sia il grande contoterzista, le macchine vecchie e quelle nuove. Digitalizzare l’agricoltura significa tracciabilità di filera e di prodotto, significa controllo dei costi e più certezza sulla qualità del cibo, significa riduzione degli agrofarmaci e della burocrazia, aspetti che per il 90% sono in mano ai contoterzisti. Occorre però aprirsi a una nuova professionalità condivisa, a una cultura 4.0”, ha concluso il presidente Tassinari.