“Siamo stati l’Organizzazione agricola che nel 2005 ha avuto la visione di investire nelle rinnovabili nel settore agricolo. Abbiamo sostenuto gli imprenditori agricoli per individuare un percorso normativo e tecnico per lo sviluppo del biogas e delle biomasse, e anche del fotovoltaico. E ci siamo riusciti nonostante allora ci credessero in pochi”. Così il presidente Massimiliano Giansanti rivendica il ruolo di primo piano svolto da Confagricoltura nello sviluppo delle energie rinnovabili, dal palco della tavola rotonda organizzata nel corso della manifestazione Biogas Italy, a Milano.
“Abbiamo declinato le questioni clima, energia e decarbonizzazione – ha detto Giansanti – in competitività, produttività, diversificazione aziendale, innovazione. Il risultato è che oggi molte nostre aziende hanno intrapreso questo percorso e che gli impianti a biogas nati e cresciuti nelle imprese agricole hanno prodotto le prime vere “smart farm” proiettate nel futuro”.
I numeri Il presidente di Confagricoltura ha ricordato che nel 2050 la popolazione aumenterà del 30% rispetto a oggi e che i cambiamenti climatici si ripercuoteranno sugli ecosistemi e sull’uso del suolo in tutto il Pianeta. “L’agricoltura e la silvicoltura dell’UE dovranno non solo fornire cibo, mangimi e fibre sufficienti – ha precisato – ma anche sostenere i settori dell’energia, dell’industria e delle costruzioni. E la bioeconomia circolare offrirà nuove opportunità produttive e commerciali”. Il presidente Giansanti ha ricordato, però, che c’è ancora molto da fare in questo settore. Gli obiettivi al 2020 sulle energie rinnovabili sono stati raggiunti con un certo anticipo, anche se manca ancora un po’ di strada sulla mobilità sostenibile, ed in particolare sul biometano. E soprattutto vanno colti i nuovi obiettivi su clima energia al 2030 ed al 2050. Il settore delle bioenergie sta attraversando una fase critica in relazione all’impostazione della Strategia energetica nazionale (SEN) del 2017, poco attenta al settore ed alla mancata definizione del nuovo quadro di incentivazione del biogas e delle biomasse per il periodo 2018-2020. Ma qualche segnale positivo si inizia ad intravedere a partire dagli incentivi previsti dalla legge di bilancio per i piccoli impianti a biogas, sempre che vengano previste regole attuative semplici, chiare e che favoriscano all’accesso alla misura. Ora occorre riconsiderare il ruolo delle bioenergie a 360°, anche alla luce dei nuovi obiettivi strategici di livello internazionale ed europeo. A partire dalla redazione del Decreto sulle fonti rinnovabili su biomasse e biogas che dovrebbe contenere già alcuni elementi innovativi che permettano di riportare l’attenzione su un settore di rilevante importanza per lo sviluppo sostenibile del nostro Paese.
Gli incentivi In tale ambito è altresì necessario definire una proposta che consenta il proseguimento del sistema incentivante degli impianti a biogas che si avviano alla conclusione del periodo di incentivazione della produzione elettrica (le prime scadenze si avranno già nel 2020), con nuove regole che siano in grado di valorizzare la programmabilità dell’immissione in rete dell’energia prodotta da biogas, contribuendo all’equilibrato sviluppo delle rinnovabili. E poi Confagricoltura sta lavorando sulla definizione di procedure applicative per l’accesso agli incentivi alla produzione di biometano per gli impianti a biogas esistenti che effettuino una riconversione parziale, da cui emerga chiaramente che il produttore continui ad utilizzare, per la produzione della quota di biogas che rimane destinata alla produzione elettrica, le stesse tipologie di biomasse. Non si deve perdere per la seconda volta, il primo decreto è del 2013, l’opportunità di riconvertire una parte degli impianti a biogas nella produzione di biometano. “Anche alla luce dei nuovi obiettivi europei al 2030 ed al 2050 – ha sottolineato Giansanti – è indispensabile ridare valore alle biomasse nella strategia energetica e climatica. Non solo attraverso l’utilizzo di residui e sottoprodotti, ma anche tramite la valorizzazione delle colture da destinare alla produzione di bioenergie che abbia un approccio scientifico e non ideologico, secondo un modello di intensificazione sostenibile dell’uso del suolo che significa una gestione del terreno volta ad incrementarne la produttività. In relazione poi agli obiettivo al 2030 ed al 2050, Confagricoltura sottolinea che con l’attuazione del “Pacchetto Clima Energia” dell’Unione Europea approvato lo scorso anno, le sfide non sono solo legate alle energie rinnovabili, ma anche alla riduzione delle emissioni e soprattutto al ruolo delle foreste, dei suoli e dei pascoli nell’assorbimento di CO2, e in tema più generale alla fornitura di servizi eco sistemici. Infine il presidente Giansanti si è soffermato sul biometano. “Gli obiettivi sfidanti sui trasporti (si passerà dal 10% del 2020, al 21% del 2030) gli assegneranno un ruolo sempre più importante – ha rimarcato Giansanti – e questo rappresenta non solo una grande opportunità per il nostro Paese per produrre gas rinnovabile da utilizzare nei trasporti e per altri usi, ma anche una importante occasione per l’agricoltura per proseguire il percorso iniziato da alcuni anni di efficientamento dei processi produttivi e di riduzione dei costi di produzione, al fine di rendere l’attività sempre più multifunzionale e sostenibile dal punto di vista ambientale”. “Serve, dunque, una nuova strategia sulle biomasse per la produzione di energia elettrica, termica e biocarburanti avanzati – ha concluso il presidente di Confagricoltura – ponendole al centro di un importante sviluppo economico dei territori vocati, sia agricoli, sia forestali”.