Quando si parla di inquinamento delle acque in molti credono che ci si stia riferendo esclusivamente ai mari, ma la situazione dei laghi e dei fiumi è altrettanto grave e richiede l’applicazione di misure urgenti. A confermarlo – dichiara in una nota il presidente nazionale Confeuro, Andrea Michele Tiso – è il ritratto a tinto fosche fornito dalla Commissione Europea in merito all’applicazione della Direttiva Europea Acque (2000/60/CE). In italia, infatti, il 41% dei fiumi è ben al di sotto degli standard ambientali richiesti e il 16% non è stato nemmeno classificato.
La direttiva Una situazione di questo genere – continua Tiso –, tra l’altro aggravata dal rischio scomparsa di 40 specie ittiche, merita grande attenzione da parte delle istituzioni; invece, nel Bel Paese come in Europa, si prova a depotenziate in tutti i modi la Direttiva Quadro Acque. La verità è che il tema della tutela ambientale sconta numerose contraddizioni, e questo anche perché non si è ancora capito che il vero equilibrio tra gli interessi di mercato e la tutela delle risorse naturali è possibile solo attraverso il criterio della sostenibilità. Il progresso e lo sviluppo, infatti – conclude Tiso – non possono essere considerati tali se si esauriscono nel breve termine lasciando dietro di sé numerosi danni, ma solo se permettono una crescita che non comprometta, né il pianeta, né il futuro delle nuove generazioni.