L’ufficio studi di Italia Olivicola ha inviato al Commissario Ue all’Agricoltura, Phil Hogan, e al Commissario Ue alla Salute, Vytenis Andriukaitis, copia del primo studio, con la metodologia utilizzare per ricavare i dati, sugli effetti reali che la xylella ha procurato nelle province di Lecce, Brindisi e Taranto, martoriate dal batterio, dalle follie di tanti santoni e da anni di cattiva gestione burocratica, amministrativa e politica.
La più importante organizzazione dell’olivicoltura italiana, confrontando i dati di Istat, Ismea, Sian e aziende agricole sul territorio, ha richiesto un intervento straordinario di 500 milioni di euro per la ristrutturazione e riconversione degli uliveti del Salento completamente distrutti dalla xylella.
L’IMPATTO DELLA XYLELLA NEL SALENTO IN CIFRE Secondo le stime di Italia Olivicola, sono poco più di 4 milioni le piante che hanno perso totalmente la propria capacità produttiva ed entro un paio di anni il numero è destinato almeno a raddoppiare (l’area colpita dal batterio complessivamente raccoglie circa 22 milioni di piante). Mediatamente, invece, ogni anno – confrontando i dati delle ultime tre campagne – sono state perse 29mila tonnellate di olio d’oliva, pari in media quasi al 10% della produzione olivicola italiana, per un totale di 390 milioni di euro complessivi di valore della mancata produzione.
Gli ettari di oliveti completamente distrutti, cioè ridotti a cimiteri di alberi completamente secchi, secondo i dati di Italia Olivicola, sono 50mila suddivisi tra Lecce (40mila ettari, pari quasi al 50% degli ettari complessivi della provincia, che dalla parte ionica ormai distrutta avanza inesorabile verso la zona adriatica), Brindisi (quasi 10mila ettari, pari al 15% complessivo dell’intera provincia) e Taranto (3,5mila pari al 10%).
INTERVENTO STRAORDINARIO DI RICONVERSIONE E RISTRUTTURAZIONE Per far ripartire le aziende olivicole salentine, quindi, Italia Olivicola chiede un intervento straordinario di 500 milioni di euro per realizzare nuovi impianti olivicoli nei 50mila ettari completamente desertificati. Il costo comprende 400 milioni per la realizzazione dei nuovi impianti (preparazione del terreno, piantine, messa a dimora, cure agronomiche, formazione ecc.), cui si aggiungono 100 milioni di euro da erogare a favore degli olivicoltori e dei frantoiani come contributo di mancato reddito per le prime 4 annualità successive alla piantumazione.
Per tale conteggio si è considerato un contributo annuo per ettaro di 500 euro.