La 74esima assemblea di Apima Verona mette un punto fermo alla questione che vede da anni impegnati gli agromeccanici e lo fa con la voce di Franco Manzato, sottosegretario alle Politiche agricole: “Ribadisco il fatto che i contoterzisti sono degli agricoltori, lo dobbiamo scrivere anche nei provvedimenti di politica agricola. Il contoterzista e l’agricoltore fanno parte di un’unica strategia: entrambi investono su tecnologia e qualità del prodotto e nel 2019 dovremo disegnare un quadro che comprende anche gli agromeccanici”.
Una dichiarazione che non lascia spazio a errori interpretativi e che necessita, invece, da un lato di trovare una corretta declinazione a livello legislativo e dall’altro, come ricorda il presidente di Apima Verona, Gianni Dalla Bernardina, “di trovare le imprese agromeccaniche all’altezza della sfida dell’agricoltura del futura, dove l’etichettatura, la blockchain, la tracciabilità dei prodotti e dei processi rappresentano un percorso obbligato”.
Sabato scorso a Villa Quaranta Park Hotel si registra la piena affinità fra gli attori della filiera alla tavola rotonda organizzata da Apima Verona per il loro appuntamento assembleare dedicato alle 300 aziende associate, che gestiscono oltre 50mila ettari di superficie agricola sul territorio, forti di un’innovazione spinta all’avanguardia.
Disco verde anche dal presidente nazionale di Coldiretti, Ettore Prandini. “L’agromeccanico integra il coltivatore diretto – afferma -. Dobbiamo sostenere chi acquista le macchine agricole e che lavora al servizio degli agricoltori, perché non possiamo disperdere le risorse sulla meccanizzazione: è molto meglio aiutare chi sa usare le macchine”.
Secondo il numero uno di Coldiretti è possibile anche stilare una road map. “Io lancio a Cai una proposta per scrivere un documento condiviso, già dalla prossima settimana – invita Prandini -. Oltre ad ottenere finanziamenti, dobbiamo avere un progetto in grado di assicurare reddito alla filiera e agli agricoltori. Non possiamo dimenticare che il contoterzismo ha evitato a tante aziende agricole di indebitarsi solo per comprare macchine”.
Il futuro, specifica il professor Angelo Frascarelli, economista agrario dell’Università di Perugia, “è dunque sempre più proiettato verso un’agricoltura smart, come chiede l’Unione europea già con la prossima Politica agricole comune e che dovrà trasformare il comparto dalla supply chain alla value chain, secondo una nuova equazione produttiva e all’interno della quale le imprese agromeccaniche sono necessarie al sistema”.
Anche il presidente di FederUnacoma, Alessandro Malavolti, “il settore agricolo non si è allargato sul piano dimensionale e degli investimenti, ma sopravvive perché fa prodotti di pregio, anche grazie agli agromeccanici. Come costruttori di macchine agricole in Italia siamo specializzati sulle macchine personalizzate per piccole aziende e siamo i secondi al mondo dopo la Germania; se non avessimo avuto i contoterzisti come clienti e come soggetti attivi nel dialogo ci saremmo sviluppati assai meno e forse avremmo perso posti in classifica”.
Un’assemblea molto positiva per i risultati e che permette alle imprese di meccanizzazione agricola di guardare al futuro della meccanizzazione con fiducia. “La politica e la stessa Coldiretti hanno detto che gli agromeccanici sono necessari e sono al servizio dell’agricoltura – conclude Dalla Bernardina -. Se quest’ultima traccia un bilancio costi-benefici dell’attività agromeccanica, risulta evidente che gli aiuti al nostro settore ci stanno tutti e sono propedeutici per la competitività e l’innovazione dell’agroalimentare Made in Italy”.
A livello locale Apima Verona, precisa il direttore Clemente Ballarini, “deve fronteggiare il nodo dei permessi di circolazione, ma ha creato un’apposita commissione tecnica che prende in carico la questione insieme ad altri aspetti tecnici legati alla sicurezza, obiettivo sempre in cima alla lista degli interventi delle imprese”.