L’olivicoltura italiana, alle prese con uno dei momenti più difficili di sempre, deve utilizzare i negoziati per la nuova Pac per poter tornare a recitare un ruolo da protagonista. È quanto emerge questa mattina a Roma dal convegno organizzato da Italia Olivicola con i vertici delle Commissioni Agricoltura e Politiche dell’Ue della Camera dei Deputati.
Diverse le osservazioni che il Presidente di Italia Olivicola, Gennaro Sicolo, ha consegnato agli esponenti istituzionali intervenuti, tra cui il Presidente della Comagri Filippo Gallinella, il Presidente della Commissione Politiche Ue Sergio Battelli ed i parlamentari Angela Ianaro e Dedalo Pignatone, affinché possano riuscire a negoziare le migliori condizioni possibili per il settore.
«L’olivicoltura non può essere l’agnello sacrificale dell’agricoltura italiana e va difesa e sostenuta perché rappresenta non solo il prodotto, ma anche l’ambiente, l’economia, la storia dell’Italia – ha sottolineato Sicolo -. Il settore olio di oliva, innanzitutto, non può essere paragonato all’ortofrutta perché è molto diverso sia l’approccio delle aziende che l’accesso al mercato, è necessario conservare l’attuale assetto per progetti finalizzati al miglioramento delle strategie di commercializzazione e di valorizzazione delle produzioni di qualità».
Oltre al rilancio della capacità produttiva italiana, Italia Olivicola ritiene che, attraverso la nuova programmazione, si possano rafforzare gli strumenti per la tutela dell’olio extravergine d’oliva italiano attraverso la revisione delle norme di commercializzazione, introdurre nuove misure che consentano un maggiore equilibrio del potere negoziale all’interno della filiera agendo sugli strumenti delle organizzazioni economiche come le OP, le AOP e l’interprofessione, agire sulle norme in materia di concorrenza tramite la lotta alle posizioni dominanti dentro la filiera ed all’utilizzo di pratiche sleali nei confronti dei soggetti più deboli ed esposti, iniziare una seria lotta alle frodi.
«Le Istituzioni, il governo ed i Parlamentari hanno la grande occasione di rilanciare, attraverso una fondamentale battaglia in Europa, non solo l’olivicoltura ma tutta l’agricoltura, e ci auguriamo che l’impegno comune possa portare risultati concreti e tangibili per il bene di uno dei settori e dei prodotti più importanti del Made in Italy», ha concluso Sicolo.