«Dopo aver beneficiato dell’aggiramento degli accordi di libero scambio, ora l’Ucraina è sul punto di siglare un accordo con l’Unione Europea che le consentirà di aumentare di ben 50mila tonnellate la propria quota di carne avicola da immettere nel mercato Ue. Se tale accordo dovesse passare si tratterebbe di una ulteriore beffa ai danni dei produttori europei e italiani: chiediamo al governo maggiore attenzione e di far sentire con più chiarezza la voce dell’Italia in Europa a difesa di una filiera come la nostra che è totalmente Made in Italy e rischia di essere messa in serio pericolo». Questo l’appello lanciato al governo da Antonio Forlini, presidente Unaitalia – Unione nazionale filiere agroalimentari carni e uova, in merito alla notizia di un possibile accordo tra Ue e Ucraina per l’aumento delle quote di libero scambio di prodotti avicoli a favore delle imprese ucraine.
A insorgere contro tale possibilità a livello europeo è stata Avec, principale associazione europea dei produttori avicoli alla quale aderisce Unaitalia, che ha definito deplorevole il fatto che le imprese ucraine, dopo essersi fatte beffa degli accordi, siano addirittura ricompensate con delle significative quote extra di produzione avicola. I negoziati tra Commissione europea e Ucraina si sono riaperti, infatti, dopo che una importante azienda ucraina ha aggirato gli accordi di libero scambio immettendo sul mercato un taglio specifico di pollo – ‘Breast with cap in’ (Petto con ala) – finito tra quelli che entrano in Europa senza pagare dazio e con costi di produzioni bassi.
«Ci uniamo all’appello di Avec e dei produttori avicoli europei affinché si intervenga in sede europea a difesa della filiera avicola italiana, dei suoi allevatori, delle aziende di trasformazione e delle migliaia di lavoratori del comparto – continua Forlini – comprendiamo la complessità delle trattative e la necessità di risolvere la situazione in tempi rapidi, ma chiediamo maggiore attenzione alle nostre istanze affinché errori del genere non si ripetano più, anche intensificando i controlli alle frontiere. Come se non bastasse, siamo a dir poco sorpresi di scoprire che la Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (EBRD) starebbe per concedere un prestito di 100 milioni di euro al colosso avicolo ucraino MHP, finalizzato alla acquisizione di una azienda slovena. Oltre al danno, subiamo la beffa di vedere finanziato con i soldi dei contribuenti europei e italiani proprio chi aggira le regole del mercato europeo, traendone un notevole vantaggio competitivo, a danno delle nostre produzioni. È ora che il governo manifesti con forza il proprio sostegno alle nostre filiere che sono totalmente made in Italy, dalla terra al piatto, e ci permetta di preservare gli attuali livelli produttivi ed occupazionali, contrastando chi entra nel mercato europeo abusando della propria posizione e senza alcun rispetto degli accordi».